Ottimo Anno 2018! Augurare solamente un buon anno è riduttivo ed avvilente, da timorati, magari appena sussurrato, alla Fantozzi. Il 2018 sarà ottimo. Fuori dai campionati mondiali i pedatori, celebreremo la vittoria dei bisnonni del 1918, di quelli ritornati a casa; e i 650 mila rimasti sul fronte; i tremilioni di mutilati ed invalidi segnati per sempre. Gli italiani oggi vanno volontari e a pagamento in altre guerre ben più tragiche.
I bisnonni del 1918 son tutti morti e l’Ente ancora in vita, l’Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi, centenaria, dovrebbe mutare il nome in Mutilati ed Invalidi dello Sport Agonistico che come le statistiche dimostrano, fa solo male alla salute ed è a volte perfino mortale, tant’è vero che alla cena di fine anno, in novembre, che da anni si organizza tra i superstiti, siamo rimasti in quattro. Due sono caduti dello Sport negli ultimi anni. Il primo si è accasciato salendo gagliardo in bicicletta lungo una dura salita; l’altro l’hanno trovato freddo davanti alla TV dopo una corsa veloce al Campo di Atletica. Oddio, potrebbe essere morto anche per troppa TV, che è spesso mortale. Il cenacolo mette al centro un tema di dibattito, a volte provocatorio ed insinuante e non possiamo scrivere qui quello del 2017. Col trascorrere del tempo anche i temi proposti per il convivio han subito sensibili mutamenti: dal lavoro allo sport, dalle vacanze al sesso, si è via via approdati ad argomenti attinenti le problematiche senili legate alla salute (colesterolo, prostata, giusta regola, residuo “vigore”… con relativa statistica semestrale).
Ginetto, un metro e novanta di altezza, centodieci chili di peso, vedovo, maschietto di bell’aspetto, è andato nel Sud Est asiatico e l’aria dei luoghi gli ha fatto bene. Rientrato ringalluzzito, ha ripreso la sua auto a Malpensa e in viaggio verso casa si è fermato alla rotonda di Lonate Pozzolo. L’aveva già vista all’andata: coscia lunga, tacco minimo 12, gonna ascellare, capello lungo mosso. “Se non faccio peccato stasera non lo faccio più”. La voce della tipa era un poco roca ed alla resa dei fatti la sorpresa non è mancata ma come si faceva in tempo di guerra, se manca il caffè ci si accontenta della cicoria; del resto si è detto sempre che la diversità è una ricchezza. I poveri rimangono la stragrande maggioranza. “Ciccia, come sei diventata Ciccio?”. Mah.
Valerio è stato a lungo in clinica. Anno complicato il suo. È arrivato con una busta con l’ultimo referto dopo controlli periodici dove in sintesi si diceva che è anziano fragile; cardiopatico; con ridotta funzionalità renale ed insufficienza polmonare. Racconta che Elena, la moglie, dopo una rapida lettura del foglio si è mostrata subito scettica. “Vale, chi esam chi vàran nagott. La roba puseé impurtanta, gravisima, l’han minga scrivùda: erezione zero virgola”. Risate.
Giorgio, leghista, ma appena appena, ex mezzofondista di buon livello, non può correre più. Rimane in piedi, ma fermo. Si è iscritto alla Società sportiva del Tiro con l’arco. Pensa che noi bosini, dopo l’invasione dei “négher “faremo la fine degl’indiani del Nord America e finiremo nelle riserve. Non è chiaro se l’arco gli serve per andare a caccia nelle riserve indiane o per combattere perché il porto d’armi non ce l’ha più. Dobbiamo essere tutti più accoglienti ; noi lo accogliamo. Del resto le invasioni noi le abbiamo subite già negli anni 50: arrivarono nel varesotto tutti i “foresti “ scappati dalle Venezie; lombardi della bassa padana, mantovani e cremonesi; perfino valtellinesi e bergamaschi. Forse i varesini e i varesotti son “la razza” più bastarda e quindi intelligente della terra lombarda.
Nipote di invasori bergamaschi è Tullio, pensionato dello Stato, laureato in Lettere antiche, classe da vendere; è cultore della tradizione. Ha scritto molto. Ascolta. Non ci fa però mancare, alla fine dell’annuale cenacolo, la solita frase in dialetto bergamasco delle valli che anche Voltaire, che forse lo parlava, ne scrive nel suo Trattato sulla Tolleranza. Noi, dunque, lo tolleriamo.
Conviviorum delectatio non voluptatibus corporis magis, quam coetu amicorum et sermonibus metienda. Il piacere dei banchetti non si deve misurare dalla squisitezza delle portate ma dalla compagnia degli amici e dai loro discorsi (scritto in bergamasco da Cicerone nel 61 a.C.).
È evidente che non si è mai integrato, bergamasco è, bergamasco rimane.
Dopo un bel brindisi a base di grappa alla pera di matrice friulana, profumata e rotonda, si torna all’ovile.
Auguri a tutti, belli o brutti.
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