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Opinioni

IL CENTRO INCOLLOCABILE

VINCENZO CIARAFFA - 01/12/2017

centroNon sappiamo negli altri Paesi ma in Italia il Centro della politica è sinonimo di palude, d’immobilismo, di gioco delle parti tra (teoricamente) opposte ideologie ed opposti partiti. È la necessità di galleggiare ad ogni costo… insomma è una burla ideologica. Tra l’altro trattasi di un’entità politica per niente strutturata in quanto trasmutante come certe orrifiche creature cinematografiche. A meno che, per Centro, non si voglia intendere Scelta Civica, Unione di Centro e Futuro e Libertà per l’Italia. Infatti, alla Camera essi non mettono insieme neppure 50 seggi e, oltre ad essere pochi, sono anche litigiosi e sempre con una scissione a portata di mano. Non a caso lo scorso luglio, proprio su RMF definimmo, quello italiano, «Il centro del nulla».

D’altronde per verificare la validità del nostro assioma e magari farci quattro risate, basta andare a leggersi su Internet la sintesi del programma dell’ultimo nato nel Centro della politica italiana, Alternativa Popolare di Angelino Alfano, dove il nulla riesce a diventare perfino ammiccante a patto però, di non soffermarsi a pensare sul significato delle cose lette. Eccone un succulento assaggio: «Conservatorismo Sociale, Cristianesimo Democratico, Conservatorismo Liberale». E che accidenti significherà mai? Ma “conservatorismo liberale” va d’accordo con “sociale”? Patetico, se non blasfemo poi il tentativo di arruolare anche Gesù Cristo in Alternativa Popolare con un’altra creatura difficile da immaginarsi, come il Cristianesimo Democratico… Perché, esiste anche un cristianesimo antidemocratico? Per onestà bisogna dire che quest’ultima perla Alfano l’ha presa direttamente dal programma di Forza Italia.

L’incollocabilità del Centro non è un’ipotesi giornalistica ma un fatto acclarato, dal momento che nel governo nazionale esso sta con il PD e in Regione Lombardia, invece, con Forza Italia e la Lega. Infatti, il cristianissimo partito Alternativa Popolare che ha ben tre ministri nel governo di Paolo Gentiloni, in Lombardia esprime il Presidente del Consiglio Regionale il quale, a quanto è dato di capire, potrebbe uscire quanto prima anche da questo partito. E noi che pensavamo che tra le principali doti del buon cristiano dovessero esserci lealtà e coerenza. Chi ha dimostrato di avere, invece, le idee chiare sul Centro sono stati i siciliani nel corso delle elezioni regionali tenutesi lo scorso 5 novembre, i quali hanno cacciato dal parlamentino palermitano gli zombie centristi sotto diverse spoglie.

Il Rosatellum, che è la quinta riforma elettorale in appena venticinque anni, purtroppo consentirà ancora la sopravvivenza del Centro che, a seconda delle loro percentuali elettorali, potrebbe rivelarsi importante per ambedue gli schieramenti, in base all’offerta di ministeri e sottosegretariati vari. Sicché avremo un Centrodestra sempre più Centro e meno Destra, e un Centrosinistra sempre più Centro e meno Sinistra. Ma – ahi loro! – l’appoggio del Centro sarà come John Morlar, il protagonista del film “Il bacio della Medusa”: provocherà disastri alla democrazia anche solo col pensiero. Consentirà, infatti, quelle maggioranze variabili che nulla avranno a che vedere con il responso delle urne i cui frequentatori, gli elettori, sono già al minimo storico di disaffezione.

A buona ragione, dunque, possiamo sostenere che è il Centro la causa della storica ingovernabilità di questo Paese che, ormai, non si basa tanto sui numeri, quanto sull’impunita leggerezza con la quale – senza trasalimenti – gli eletti puntualmente tradiscono i programmi, gli ideali ed il mandato elettorale.

La Camera dei deputati non sarà più “sorda e grigia”, come la definì Mussolini nel 1922, ma certamente diventerà più sordida grazie al Centro e alla nuova legge elettorale. A meno che i partiti politici non decidano, una volta per sempre, di smetterla con la foglia di fico del Centro e ritornare all’orgoglio di definirsi semplicemente di Destra oppure di Sinistra, cattolici oppure laici: non si può essere tutto e il contrario di tutto! Sennò si è… sinistramente di Centro.

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