Nato a Sarcenat (Alvernia) nel 1881 Pierre Teilhard entra nella Compagnia di Gesù nel 1899; compie studi di fisica e geologia e diventa sacerdote nel 1911. Durante la prima guerra mondiale si fa semplice barelliere, assistendo a gesti di generosità, fraternità, come di egoismo e derivandone una intuizione fondamentale: la storia dell’umanità mette i popoli in un contatto sempre più stretto, da cui crescenti tensioni, crisi e guerre, però con la speranza che le crisi possano essere attraversate andando verso un altro tipo di relazioni tra gli esseri umani.
Teilhard perde nel conflitto due fratelli e un amico carissimo, Jean Boussac, geologo dallo splendido avvenire. Insegna paleontologia presso l’Institut Catholique di Parigi e nel 1926 partecipa a una spedizione scientifica in Cina alla discussa scoperta del sinantropo.
Nel 1927 pubblica L’ambiente divino, trattato di vita spirituale, che nella prima parte prende in considerazione la “divinizzazione” delle attività umane, mentre nella seconda (divinizzazione delle passività) coglie negli insuccessi, sul piano dell’esistenza, in funzione dialettica, “la gioia dell’azione d’altri in noi”: l’azione non ha senso se non come inter-azione, rinunciando a restare proprietari esclusivi della propria opera.
Il fenomeno umano (scritto alla vigilia del secondo conflitto mondiale) affronta la lunga storia dell’evoluzione dell’universo fino all’apparire dell’umanità e al suo possibile futuro. Purtroppo il suo pensiero non si rivela in sintonia con quello ufficiale delle autorità ecclesiastiche, chiuse nel fissismo dottrinale, sospettose di una qualunque relativizzazione del dogma in chiave modernistica e storica (la stabilità considerata come un riflesso dell’eternità divina). In gioco il connubio tra fede e scienza. Onde il divieto opposto alla diffusione di altre opere di carattere filosofico-spirituale sino alla morte, avvenuta il 25 dicembre 1955 a New York. Nel 1950 c’è stata, data la fama, l’elezione di Teilhard all’Accademia delle scienze.
Il Concilio Vaticano II ne riabilita le idee, largamente riconosciute per il cambio di visione. Nella Laudato si’ di Papa Francesco si rinviene la prima citazione di Teilhard in una Enciclica (n.83).
Due gli elementi chiamati in causa: l’Universo è in cammino, “in genesi”, in una creazione permanente verso la pienezza di Dio (pleroma, v. Colossesi 2,9) e nel cammino Cristo, grazie alla sua resurrezione, occupa un posto centrale.
La vita spirituale per Chardin non può essere disgiunta dalla vita concreta degli uomini in tutte le sue dimensioni (biologica, sociale, politica, artistica). Grazie all’Incarnazione la salvezza proclamata dal Vangelo non è esterna alla vita umana.
Nell’Autobiografia, scritta verso la fine della sua esistenza (Il cuore della materia) sono ricordati i due assi che hanno caratterizzato tutta la sua vita: la ricerca scientifica, tesa a cogliere il grande movimento evolutivo che accompagna la storia del mondo e la spiritualità cristiana (eredità familiare, temperamento mistico dell’autore, la nozione di cuore, intesa biblicamente come centro della persona umana, che la definisce e la fa entrare in relazione con altri, onde la devozione al Sacro Cuore di Gesù, molto diffusa al tempo nelle famiglie cattoliche).
L’evoluzione è una nozione chiave nella meditazione di Teilhard: la materia vivente, a differenza di quella inorganica, porta in sé la promessa di uno sviluppo verso uno stato più compiuto. L’individuo può anche scomparire, ma la vita che lo ha animato si trasmette ad altri; la vita si compie nella comunità vivente (v. ad esempio la Chiesa). Secondo le nuove teorie cosmologiche l’universo non è statico (le stelle nascono e muoiono, l’espansione prosegue).
La fisica, che è nata all’insegna della staticità, si fa storia; c’è una storia della natura. La nostra epoca è quella della scoperta del tempo. L’intero universo è in stato di genesi, di creazione continua e il male non vi è assente: consiste nella tentazione permanente di tornare indietro, di decostruire.
Sulla base delle scoperte paleontologiche l’emergere della coscienza dà senso al processo evolutivo, che non è un’avventura guidata dal solo caso. All’interno c’è sempre una direzione, una legge dell’evoluzione. Al contempo si notano la crescita della complessità e la crescita dell’autonomia, ossia della coscienza. Sintesi materiale e perfezione spirituale o “centratezza” cosciente (due parti correlate di uno stesso fenomeno).
L’emergere dell’umanità rappresenta un salto qualitativo, il “passo della riflessione”. Importa non solo conoscere, ma conoscersi, non solo sapere, ma sapere di sapere, E coscienza, nel senso pieno del termine, significa libertà. L’uomo trasforma il suo ambiente e non ne è solo dipendente. Solo che l’essere umano può essere tentato di usare la sua potenza per suo esclusivo profitto. Per natura è comunque votato a legarsi al suo simile, mosso dal desiderio dell’unificazione. L’amore è una forza cosmica.
Dal nucleo originario ravvisato in Africa si perviene alla planetarizzazione (noosfera). Questa rete che abbraccia il pianeta non significa di necessità l’instaurazione di una comunità più armoniosa, ma in una prospettiva di lungo termine l’unione avrà la meglio sulla divisione. In conseguenza della vittoria di Cristo sulla morte.
L’uomo è centro di costruzione dell’universo e grazie al lavoro fa avanzare il processo evolutivo verso mete più lontane. Sino al Punto Omega: il massimo livello di complessità e di coscienza a cui sembra tendere l’universo, punto finale non solo dell’evoluzione materiale, ma anche della coscienza e dell’uomo (Cristo che ricapitola in sé tutte le cose). Il Regno di Dio si costruisce qui sulla terra, anche se il suo compimento trascende quello che possiamo cogliere.
Tutta l’umanità converge verso un’unità fondata su un senso ultimo e non su un dato tecnico e nell’oggi è importante coltivare una speranza per il futuro dell’umanità.
Questa la sua professione di fede: Credo che l’Universo è una Evoluzione, credo che l’Evoluzione va verso lo Spirito, credo che lo Spirito si compie in qualcosa di Personale, credo che il Personale supremo è il Cristo universale (“In che modo io credo”). Nell’evoluzione, processo teleologico, di cui la coscienza è l’elemento organizzativo della materia originaria, si va dal pre-vita (mondo inorganico), alla vita (biosfera) sino al culmine della noosfera (mondo dell’uomo e del pensiero) e soprattutto della Cristosfera.
Certo il pensiero di Teilhard non va considerato come un sistema definitivamente compiuto; va colto invece il dinamismo di fondo che lo anima. La ricerca è la più alta delle funzioni umane, espressione della partecipazione dell’uomo alla creazione di un mondo in genesi. Nella ricerca è l’essenza della vita umana. Si conosce per creare. Grazie al suo lavoro l’uomo contribuisce al compimento dell’opera creatrice di Dio. Alla verità si giunge attraverso tentativi ed abbozzi.
Bisogna poi tenere conto dei limiti del linguaggio concettuale in un mondo in trasformazione permanente.
Altre opere figurano nell’Opera omnia pubblicata postuma. “La comparsa dell’uomo” (1956), “La visione del passato” (1957), “L’avvenire dell’uomo” (1959).
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