Archiviata la baracconata di San Remo, mamma RAI si ritrova a terra, in perfetta linea con la situazione dell’Eurozona. Per quanti sforzi faccia non riesce a riprendere quota. Al contrario di dirigenti, funzionari e giornalisti, che sono tutti in quota, siano o no all’altezza: in quota PDL, CL, Lega Nord ed ex AN, com’è scostumato costume in tutte le imprese a spartizione partitica. Agli altri è vietato l’ingresso o viene imposta l’oziosità se sono già dentro in quota Prima Repubblica. Costretto alla resa (perché non rendeva) il direttorissimo del TG-Uno Minzolini, le cose non sono cambiate. Almeno finora. Dall’Alpi alle Piramidi s’invoca e si paventa che possa metterci mano chi ne ha facoltà: il professor Monti. Il quale sembra tentato di tentare l’impossibile: accantonare le quote da Prima e Seconda Repubblica, per aprire le porte a persone in quota capacità, affidabilità e schiena dritta. Di modo che la RAI possa finalmente diventare un servizio pubblico degno di fede e non di Fede.
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