In effetti le sue Nazionali belle figure non ne hanno proprio fatte pur avendo raggiunto quasi sempre il risultato complessivo per le qualificazioni.
Più fischi che fiaschi e –appunto – critiche a valanga.
Viene spontanea però la necessità un approfondimento per vedere se tutto il male debba essere riversato sul capo del Ct o se non vi sia anche – e forse soprattutto – da cercare in altra direzione.
E allora cerchiamo!
A Ventura era stato conferito l’incarico soprattutto per quanto di buono aveva fatto alla guida dei granata torinesi.
Alle radici di quella, purtroppo storica in linea dolorosa, Superga, Ventura aveva fatto bene arricchendo la squadra di giovani preziosi e ancor più le casse della società. I nomi delle scoperte li conoscono tutti, sono gli stessi che però sanno anche che, l’uno dopo l’altro le squadre straniere che li avevano acquistati li hanno – con una certa rapidità – invitati a rivarcare la frontiera tricolore in opposta direzione a quella prima superata.
A questo punto – si diceva – a Ventura si era dato l’incarico di formare una Nazionale che, tanto o poco (più tanto che poco), doveva essere rifondata in gran parte senza problema sicuro solo per la difesa, certamente abile e da arruolarsi senza dubbi.
Così stavano, dunque, le cose ritenendosi logico che a uno scopritore di giovani si dovesse affidare il compito di “costruire” sostanzialmente una nuova Nazionale.
All’atto pratico le cose – si diceva – non sono, certo, andate nel modo spettato. Di qui le responsabilità di Ventura? O non, piuttosto, del calcio italiano insufficiente nel suo insieme per attingere qualità di consistenze e risultato nazionale?
Fermo restando che di italiani ceduti a squadre straniere per un’insufficienza di adattarsi al calcio fuori confini, è quella stessa che viene a galla quando i nostri affrontano gli stranieri vestendo l’azzurro.
Insomma, fatti i debiti calcoli, deve pure ammettersi che l’incapacità di affrontare con adeguati mezzi il gioco straniero va ricercata nel nostro campionato dove squadre di società trovano forza soprattutto negli stranieri.
A questo punto non resta che fare posto alle speranza ricordando che al Mondiale 1982 la squadra azzurra arrivò alla fine tra una serie di critiche feroci (e meritate) verso il tecnico come alla squadra finendo però in un trionfo generale.
Bearzot in trono su tutti.
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