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Editoriale

L’INNOMINABILE

CAMILLO MASSIMO FIORI - 03/03/2012

C’è un personaggio che non trova più spazio nella cultura moderna; è un’eredità del Cristianesimo ma persino i sacerdoti evitano di nominarlo. Eppure tutti gli anni, all’inizio della quaresima, il suo nome risuona in tutte le chiese con la lettura del Vangelo in cui il Signore, all’inizio della sua missione, si confronta in un serrato duello: “Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo”. Matteo lo descrive infatti come il tentatore ma, nel Nuovo Testamento dove è assai più presente che nell’Antico, è presentato sotto vari appellativi: avversario, oppositore, nemico, mentitore, principe di questo mondo; l’evangelista lo chiama con il suo nome “Vattene Satana!” (Mt. 4, 1-7).

L’idea che nel mondo operino forze maligne è molto antica, è presente anche in altre culture e religioni non cristiane; il male è una evidenza per tutti ma esso non viene da Dio ed anzi Gesù ci invita a pregare il Padre: “liberaci dal male”, che in ebraico può anche essere letto “liberaci dal maligno”.

Il demonio non è però centrale nella dottrina cristiana volta piuttosto a mettere in luce la signoria universale di Cristo e la preoccupazione di evitare ogni visione che affermi l’esistenza di due principi assoluti opposti, quello del Bene e quello del Male.

Presenza marginale quella del diavolo, ma non ininfluente; lo stato di peccato in cui l’uomo si trova non è comprensibile come il risultato della esclusiva responsabilità umana ma procede anche da quest’altro inquietante soggetto.

Pur mancando nella Bibbia un insegnamento sistematico ed esaustivo sul demonio, vi si trovano elementi importanti che ci aiutano a capire lo spazio di azione, limitato ma efficace, di tale forza oscura. Satana e i suoi demoni sono esseri che possiedono volontà e intelligenza, angeli che si sono ribellati a Dio per superbia; la rivolta a Dio caratterizza la natura del peccato che è inseparabilmente legato alla morte. Non sappiamo perché Dio permette a Satana di operare nel mondo; due cose però sono certe: il male e il maligno non vengono da Dio e la potenza divina li annienterà alla fine dei tempi quando “non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate” (Ap.21, 4).

Il Concilio Vaticano II ha ribadito che “il figlio di Dio con la sua morte e resurrezione ci ha liberato dal potere di Satana”. Come per altri più importanti aspetti della dottrina cristiana si può credere o non credere, ma i Vangeli non possono essere banalizzati alla stregua di leggende; oggi neppure gli studiosi specializzati si azzardano a pensare che gli apostoli, semplici pescatori della Galilea con scarsa istruzione, abbiano potuto tramandare delle narrazioni che, nel linguaggio semplice e immediato, contengono concetti e insegnamenti straordinariamente profondi e densi di significato.

Paolo VI, nell’udienza del 15 Novembre 1972, disse esplicitamente: “Il male non è soltanto una deficienza ma una efficienza, un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore. Terribile realtà misteriosa e paurosa …; non si tratta di una pseudo realtà, una personificazione concettuale e fantastica delle cause dei nostri malesseri … è il nemico, il tentatore per eccellenza. Sappiamo che questo essere oscuro e conturbante esiste davvero e con proditoria astuzia agisce ancora e semina errori e sventure nella storia umana”.

Montini era il Papa di Santa Romana Chiesa ma anche un fine intellettuale abituato a pesare le parole: eppure – come hanno ricordato il vescovo Bernardo Citterio, rettore del seminario di Venegono, e il segretario, il varesino don Pasquale Macchi – più volte ritornò sull’argomento: “Sì, Satana c’è, Satana agisce, ma noi non dobbiamo temere perché Cristo ci ha assicurato di avere vinto il mondo e noi dobbiamo avere fiducia”.

Satana è un personaggio scomodo ma anche necessario per capire l’economia della redenzione; nei Vangeli Gesù opera molti esorcismi come anticipazione dello scontro decisivo e vittorioso da parte di Dio.

La questione dell’origine e del senso del male umano è una sfida per la fede ma il cristiano sa che l’esito è noto e il Male pur non essendo ancora vinto é già depotenziato dalla vittoria di Cristo.

Nella foto: Luca Signorelli, I dannati (particolare), 1490-1502, Orvieto, Duomo, Cappella di san Brizio.

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