Mi sono proprio goduto “Nature urbane”, promosso dal Comune di Varese con la determinante partecipazione del Fondo ambiente italiano. Un festival consistente in una pluralità di eventi collegati tra loro e all’insegna di un progetto comune e preciso: tutelare il verde della città giardino e il paesaggio della città giardino e delle aree circostanti ad essa.
Ciò premesso, ci sono tante proposte che si potrebbero fare per il miglioramento della prossima edizione del Festival già annunciate dal Comune visto il buon esito della manifestazione. Innanzitutto, ritengo che sia opportuno sentire i consigli del Terzo settore varesino prima che le manifestazioni dello stesso vengano predisposte definitivamente. Ci sarebbe, infatti, il novero dei temi da affrontare (colmando le mancanze di questo festival 2017), come ci sono persone che avrebbero potuto partecipare ai numerosi incontri messi in programma, lanciando proposte innovative. C’erano, inoltre, i Comuni dell’area varesina da coinvolgere, così da poter fare una manifestazione che rendesse partecipe tutta l’area a nord della Provincia di Varese, che è ricca, oltre che di parchi di grande valore, anche di numerose bellezze paesaggistiche e culturali (ci sono 4 patrimoni dell’umanità Unesco).
Bisogna poi reperire operatori privati (in considerazione del grande afflusso a Varese di persone interessate), che possano trovare nei temi del festival ideato dal Comune, la possibilità di un ritorno economico, così da poterlo sostenere nel prossimo futuro.
Non voglio fermarmi a dire quello che si sarebbe potuto far meglio. Questa prima edizione della manifestazione è andata in modo molto soddisfacente.
Non posso, guardando al rafforzamento in futuro della manifestazione varesina, però, non tener conto che c’è stato il via libera dalle Regioni e dal Consiglio superiore dei Beni culturali a 17 nuovi interventi del Piano strategico «Grandi progetti beni culturali», proposto dal ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo (65 milioni di euro per il restauro e la valorizzazione di musei e aree archeologiche). Questi sono: Aree esterne di Brera, casa dei cantautori liguri, castello di Miramare a Trieste, museo del fumetto di Lucca, parco archeologico di Ostia antica, Santuario di Ercole Vincitore a Tivoli, collegamento sotterraneo Planetario-Terme di Diocleziano a Roma, parco della musica a Latina, area archeologica di S. Vincenzo al Volturno, Castello di Bruzolo, Lazzaretto vecchio a Venezia, mura urbiche di Palmanova, campo di Fossoli a Carpi, Rocca Brancaleone di Ravenna, Certosa monumentale di Calci, luoghi della Teate romana a Chieti, il compendio garibaldino a La Maddalena. La nuova tranche biblioteche, poli museali e attrattori culturali nel 2019 si somma al primo riparto di 68,8 milioni di euro messo a disposizione per altri 18 interventi della Programmazione strategica nazionale del Mibact che ha ricevuto l’ok del Consiglio superiore dei beni culturali circa un mese fa.
Ho richiesto ora al Sindaco di Varese di incontrarsi, alla mia presenza, con Stefano Bonaccini, Presidente della Conferenza delle Regioni, che ha dato il via libera al piano che negli anni e nelle diverse fasi attuative ha visto «puntuali confronti con le Regioni e gli enti locali» e che intende venga «formalizzato in Conferenza Unificata».
Un piano che (da quanto posso leggere sul Sole 24 ore) secondo Bonaccini va apprezzato, anche perché, oltre al recupero di musei e aree archeologiche rilevanti, ha valorizzato la memoria e il rilancio dell’identità paesaggistica. Oggetto del programma «sono luoghi simbolo dell’identità e della storia italiana». Il Presidente della Conferenza delle Regioni (sempre secondo il Sole) ha sottolineato, poi, come «ciascun intervento prevede due fondi distinti, uno per la progettazione, l’altro per la realizzazione vera e propria delle opere previste. E non si può accedere al secondo se non si è definita e ultimata la fase progettuale». Bonaccini ha invitato quindi «tutti gli uffici competenti – da quelli regionali a quelli locali – ad attivarsi e a fare presto e bene nell’utilizzo di queste risorse».
Aspetto, quindi, che la Giunta Comunale si muova perché “Nature Urbane” divenga un progetto di interesse nazionale e, non solo, un progetto locale.
Ho ragione di contare sulla effettiva voglia degli esponenti della Giunta di Varese di difendere il paesaggio? Ho una grande paura. Fino ad adesso, ho avuto l’espressione di pensieri contrastanti nella Giunta comunale. Ho sentito proposte di tutela del paesaggio, ma di fatto non seguite da fatti concreti.
Mi spiego: siamo perfettamente d’accordo con il Sindaco e con l’assessore alla Cultura che vada tutelato il paesaggio ad ogni costo. Non possiamo tuttavia non considerare il comportamento che ha tenuto la giunta comunale di Varese a proposito della Commissione Paesaggio. La sua istituzione e la sua attività sono auspicate dallo Stato all’interno dei Comuni italiani che possono anche gestire la commissione in forma associata ovvero consorziata.
Ho letto del bando comunale per la costituzione della Commissione in oggetto e ho protestato, perché le associazioni ambientaliste varesine (almeno quelle riconosciute) non sono state benché minimamente avvertite della volontà comunale di procedere alla indizione della medesima Commissione, almeno con segnalazioni da diffondersi attraverso i diversi organi di informazione (giornali su Internet, giornali su carta, televisioni, le riviste degli organi professionali e i social network). In questo modo sarebbe stato possibile avvertire e coinvolgere tutti gli interessati.
Non sono a concertare di un dovere del Comune, o di un diritto della società civile. Scrivo, invece, di un’opportunità. L’associazione che rappresento legalmente aveva scritto almeno due volte quest’anno sia riguardo la necessità di rendere operativa la Commissione paesaggio e che questa avesse la capacità, che come ammesso dalla Legge, rivestisse un ruolo intercomunale, sia a proposito della pubblicizzazione delle sue azioni e dei possibili compiti che avrebbero dovuto assumere, a proposito della Commissione, le associazioni ambientaliste varesine.
Questa opportunità non è stata colta. Sulla convenienza di rinnovare la Commissione paesaggio varesina, mi ero ispirato proprio a quanto aveva scritto Il sole 24 ore al momento della promulgazione della legge, alle parole scritte recentemente nel suo ultimo libro dal Presidente del Fondo ambiente italiano, che ha, poi, ribadito il suo pensiero presso il Salone Estense.
Pensiero plaudito in pubblico dal Sindaco e dagli Assessori del Comune che, poi, hanno allo stesso modo approvato le eguali parole del sottosegretario ai beni culturali Borletti Buitoni.
Spero moltissimo che tutti coloro che siedono nella Giunta comunale di Varese vogliano meditare sull’opportunità di procedere alla costituzione della Commissione paesaggio e di aprire una discussione a proposito di quanto ha proposto l’associazione che rappresento.
Spero che ciò avvenga presto.
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