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Souvenir

PIASTRELLE E NUVOLE

ANNALISA MOTTA - 13/10/2017

nuvoleChi di noi non l’ha fatto almeno una volta? Starsene sdraiati sul prato, sulla sabbia, o solo  sulle mattonelle del balcone a guardare le nuvole che passano. Che gioco fantastico, quando il tempo perde gli usati confini e si sfiocca come  la bambagia dei cirri.  Là il  musetto di un cucciolo diventa  il ghigno di un drago, qui un naso si  allunga nel becco di una cicogna, e due bimbi con la mano nella mano prendono le ali di un’aquila immensa…   Ma il top è avere qualcuno vicino, per scambiarsi impressioni e scoperte. Nella fattispecie, un fratellino minore: non ti sembra un castello, quello?  Mmmh , piuttosto un caterpillar.. UN CATERPILLAR??

Il gioco si trasferiva d’inverno , mutatis mutandis, nel chiuso dell’ appartamento. Qui non c’erano nuvole,  ma tante utilissime piastrelle di qualità modesta, di quella graniglia che un tempo si usava alla grande, specialmente in cucina e nei bagni, dove in un letto -credo- di marmo  nero,  rossiccio o  marroncino, erano imprigionate  briciole grandi e piccole di pietra bianca,  beige o  rosa,   in mille combinazioni diverse. Non so come la producessero questa  pavimentazione, fatto sta che non ce n’era una uguale all’altra, di piastrella. E in ciascuna i nostri fantasiosi occhi di bambino vedevano magiche figure prendere forma e disfarsi, alfabeti segreti  tracciare parole incomprensibili, soltanto a spostare lo sguardo. Se stavi in piedi, vedevi un orso minaccioso; se ti sedevi sullo sgabello scoprivi un profilo di donna; e se camminavi carponi lungo il corridoio, allora c’era un’intera storia da indovinare, ogni volta diversa, ogni volta sconosciuta.  Tutto dipendeva  dal tipo di luce;  o dallo stato d’animo; o dalla favola appena letta. Ma  soprattutto,  l’avremmo imparato   più tardi  con stupore,   dal punto in cui fissavi l’occhio: come nei famosi giochetti psicologici Cosa vede, due profili o un vaso?

 La stessa, identica  realtà ha tanti volti diversi: dipende dai punti di vista.

Poi, già adulta e accasata,  entro un giorno  nel bagno del mio vecchio appartamento e  rimango di stucco: orsi, profili,  magiche grafie e complicati labirinti, tutto  scomparso sotto una pretenziosa  lastra di   linoleum rosa antico, così trendy – in quegli anni –  e così  anonima.

Ci hanno rubato un sogno, penso: per fortuna ci restano le nuvole.

Annalisa Motta

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