Indefinibile, allo stato, il Varese. Per la squadra del calcio biancorosso certo è che esplosione di gioia ai tifosi non possono essere consentite in un incertezza palese. Bisogna attendere. Non valgono, quindi, giudizi sui reparti o sui singoli. Rimane la necessità di rivedere tutto. Con buon lavoro per Iacolino.
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Sempre aria gelata nell’Hockey un po’ in tutti i campionati cui si partecipa. Dai giovani in poi le tostonate sono quasi una regola e a evitarle non è neppure servita l’alleanza in un settore tra Varese, Como e Milano per cercare di rafforzare i ranghi.
Il compito – nonostante l’impegno delle società – è quasi proibitivo ove si consideri la forza degli avversari. Tutti valligiani che al calcio hanno sostituito – come sport più praticato – proprio l’hockey o, in alternativa, lo sci. Vita dura, dunque: quasi impossibile trovare una strada giusta.
La soluzione potrebbe rinvenirsi nella creazione di due campionati separati: l’uno per quelli delle valli e l’altro per i cittadini costretti oltre tutto, a sistematiche lunghe trasferte per gli incontri fuori casa.
Unica sistemazione, è vero ma con un margine di differenza tecnica stragrande.
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Le lodi per la “Binda” sono ormai felicemente entrate nella consuetudine. Risalgono ai tempi degli Ambrosetti per arrivare a oggi. Sempre sotto una stella di meravigliosa lucentezza.
Alla Tre Valli si è da poco unita quella manifestazione amatoriale da autentico spettacolo e di passione. Una sagra sulle due ruote a riempire il libro di gloria della nostra città cui va un posto sul podio della qualità.
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Rimane da spostarsi verso il sud solo per seguire una Pro Patria ancora da rivedere ma dall’inizio non male e la Uyba che fatica a trovare la condizione di qualche tempo addietro. Si attende un non impossibile risveglio.
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