C’è stata recentemente una relazione al Rotary Club Varese riguardante le auto elettriche. Si è parlato della capacità, ormai propria di quasi tutte le case produttrici di automobili, di realizzare mezzi di trasporto con batterie in grado di farli circolare per oltre 800 km. Batterie ricaricabili in tempi sempre più contenuti.
Preoccupazioni sono state espresse sull’attuale non prontezza a livello scientifico di tecniche capaci di poter smaltire le batterie, una volta terminato il proprio ciclo vitale. Non possiamo, però, non tenere conto che questo (l’elettrico), è un modo di movimentare le persone e le cose assolutamente fondamentale perché si possa arrivare ad uno sviluppo sostenibile della nostra vita nelle città. Dobbiamo, insomma, avere piena fiducia che il progresso scientifico riuscirà a promuovere un elettrico pulito.
Per questo è importante che il comune di Varese si dimostri tanto lungimirante da dotare fin da subito i parcheggi, che verranno individuati nell’attuale piano sosta, con colonnine per la ricarica delle automobili elettriche.
Ciò detto, colgo l’occasione per far notare come Amici della Terra è da novembre dell’anno scorso che attende una risposta alle sue osservazioni sul piano riguardo la sosta a Varese, riguardo, sul quale si è detta concorde.
Come già ho detto in pubblico (nel corso della riunione a Palazzo Estense per la presentazione del Piano parcheggi), non è, secondo me, possibile affrontare in maniera esaustiva la questione della sosta, a prescindere dalla discussione del metodo attraverso il quale si intende pianificare la mobilità.
Preliminarmente penso che si debba affrontare l’argomento nella sua completezza tenendo, comunque, conto di come le automobili siano causa certa di malattie anche gravi e vadano il più possibile contenute; lo spirito della mobilità di cui al vigente Pgt (che è quello volto solo a velocizzare il traffico autoveicolare e non a ordinarlo e a contenerlo) debba essere adeguato; la necessità di un approccio coordinato e responsabile al problema, il che comporta che il Comune si doti (come previsto dal Decreto Ronchi) di un mobility manager o, comunque, di una specifica professionalità dedicata, sia per gli aspetti locali che per un territorio più vasto.
Affrontare la mobilità con lo spirito che abbiamo intravisto sui quotidiani locali (ponendo una serie di parcheggi esterni collegati al centro con una navetta), è certamente afflato che condividiamo da sempre. Dobbiamo però guardare e valutare con cautela l’esperienza degli ultimi anni: la soluzione suddetta attivata soprattutto in periodo natalizio, senza adeguate cure specifiche (nel luogo di partenza e in quello di arrivo), ha dato risultati sostanzialmente deludenti, tanto da non giustificare le spese sostenute dall’ente pubblico.
enza, quindi, una adeguata gestione manageriale non si può conseguire un risultato apprezzabile. Provvedimenti specifici (come il piano della sosta) possono essere attuati soltanto in un programma complessivo – soprattutto in una città come Varese che ha un numero sopra-eccessivo di auto immatricolate – volto alla riduzione delle stesse.
Il Comune promuova per esempio l’auto collettiva. In questo quadro si può collocare anche il suggerimento di Amici della Terra Varese al sindaco di costituire da parte del Comune un sistema di car sharing pubblico anche con auto elettriche, avente come ente di gestione la Avt.
Occorre attuare a Varese il Decreto Ronchi, nominando il mobility manager comunale e facendo una pluralità di piani spostamento casa lavoro, così da cercare di abituare, col tempo, i cittadini ad una utilizzazione per lo più collettiva del mezzo privato. Questo deve essere impiegato solo quando sia necessario. L’azienda privata, nei termini specificati nella vigente normativa, deve avere un proprio mobility manager e ci deve essere poi il mobility manager di area con il compito di coordinare tutti i mobility manager degli enti pubblici come degli enti privati.
Bisogna avere, insomma, la forza e la capacità di attivare questo sistema in cui deve credere in primo luogo il Comune di Varese. Questi, impiegando risorse anche provenienti da fondazioni bancarie, ha invitato personale di altre istituzioni pubbliche e di aziende private per più giorni a Ville Ponti di Varese perché fosse garantito a tutti conoscere la materia grazie anche ai tecnici di Euromobility.
Non si perda del tempo ora. L’istruzione è già stata fatta. Ci sono già funzionari e addetti con in mano un attestato dei corsi cui hanno partecipato.
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