L’impressione che hanno avuto molti varesini, passeggiando in questi giorni per la città, è che Varese si sia liberata di molto traffico. E questa sarebbe una buona notizia per l’amministrazione comunale, che ha inventato il suo piano della sosta con due obiettivi: togliere il traffico e diminuire l’inquinamento. Ma non è una buona notizia per chi utilizza Varese per vendere i suoi prodotti, se è vero, come afferma Paolo Ambrosetti del comitato “Diamoci la mano”, che i negozi nelle giornate di sabato hanno perso circa il 30-40% della clientela. Vuole dire, dicono i negozianti, che in questo momento è stata scoraggiata la clientela che viene da fuori città, mentre i varesini che durante la settimana sono in città sarebbero rimasti più o meno invariati.
In effetti, il piano della sosta ha alcune agevolazioni per i varesini residenti ma invece mette in difficoltà chi non abita a Varese. Basti pensare ai lavoratori, come infermiere e insegnanti, che devono pagare 55 euro al mese per parcheggiare in città. O ancora a chi deve prendere il treno alla stazione e per lasciare l’auto dovrà pagare 25 euro al mese in aggiunta all’abbonamento ferroviario. Al contrario i residenti del centro storico hanno avuto l’agevolazione del permesso sosta gratuito per la prima automobile, mentre va bene per tutti il servizio di Park & Bus hanno introdotto il viaggio gratuito se lasci l’auto nei quattro parcheggi esterni.
Del piano si è già detto molto, ma almeno alcune considerazioni vanno fatte. Che ci sia più ordine è nei fatti, ma il costo dei parcheggi e la complessità del piano hanno anche creato oggi un effetto di scoraggiamento. Varese è vista come un po’ ostica e l’immagine della città contraddice una logica di attrattività che è invece essenziale: una città compete con i centri commerciali, sia per la sua socialità che per le attività culturali ed economiche. Senza questa immagine “friendly” si va verso il declino. C’è poi una critica sull’aumento dei costi per fare cassa, come se il comune avesse introdotto una tassa sull’uso della città. In fondo è questo che viene contestato al Comune, ma il sindaco Galimberti aveva promesso di cambiare Varese il piano e in effetti cambia davvero le cose. C’è più ordine e meno traffico. Se i costi siano alti o bassi e se si tratti di un’ulteriore tassa si può discutere. La vera cilecca è stata quella della comunicazione: informazioni confuse e poco chiare hanno caratterizzato le settimane scorse, mentre oggi si rimedia con proiezioni numeriche dei futuri risparmi di aria pulita. Si può fare meglio, altrimenti andrà peggio.
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