Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Opinioni

COME MAI?

FELICE MAGNANI - 22/09/2017

Cartolina distribuita al primo congresso della DC nel 1947

Cartolina distribuita al primo congresso della DC nel 1947

Sono ancora in molti a domandarsi come mai quel partito di matrice cattolica, chiamato familiarmente DC, si sia dissolto nel nulla e come mai nessuno abbia tentato una ristrutturazione che andasse al di là delle vicende conosciute, quelle che si legano a Tangentopoli e alle fragilità di una natura umana che non sa resistere alle tentazioni. A chi è rimasto democratico e cristiano nella mente, nel cuore e nell’anima, riesce oltremodo difficile capire come mai chi avrebbe dovuto prenderne le difese e tentare un’analisi di fondo, non abbia fatto nulla per fornire una risposta almeno plausibile ai credenti. Una straordinaria occasione di analisi e di confronto critico è stata forse evitata, lasciando in uno stato di profonda frustrazione morale, culturale e mentale chi ha vissuto e operato per rafforzare i due elementi cardine dell’antico sistema politico italiano: la democrazia e la matrice cristiana dell’unità.

Ancora oggi, a distanza di tempo, il vuoto permane e non bastano uomini e donne presunti leader innovatori a delineare un panorama in cui ci si possa riconoscere, con quella pienezza di valori che ha caratterizzato la DC, almeno nella sua evoluzione iniziale. Nella politica di oggi manca soprattutto un’idea su cui appoggiare una condivisione. L’idea manca perché sembra sia diventato difficile essere coerenti, agire sulla base di valori riconosciuti, che mettano al centro l’uomo con i suoi bisogni, le sue necessità, il suo essere parte fondamentale di un disegno che va ben oltre i materialismi umani. Eppure papa Francesco, tanto amato e in alcuni casi anche criticato, sta facendo molto per sviluppare una serie di orientamenti che diano anche un’impronta credibile alla storia dell’umanità. Mai, forse come in questo momento, la chiesa è riuscita a ridefinire un vuoto morale ed esistenziale che ha gettato il paese nella più nera disperazione. Il papa argentino è naturalmente portato a una visione ampia delle cose, perché la sua catechesi nasce in una realtà dove non basta la parola e dove diventa estremamente necessario orientare il buon senso delle persone, riattivando temi e problemi che dell’impulso politico sono la base, la fonte e lo spazio attuativo.

Ci troviamo di fronte a una rivoluzione in cui il punto di partenza resta sempre quello della comprensione, della condivisione, della solidarietà e dell’aiuto reciproco. Cambiano gli strumenti, ma l’aspirazione alla felicità umana resta come forma di sopravvivenza, come terreno su cui fondare una civiltà della sostenibilità e della fiducia. Una delle chiavi di lettura della politica, quella vera, quella che si lega all’ordine e alla giustizia sociale, è di essere l’osservatorio mobile dei bisogni del genere umano, fornendo risposte adeguate, nell’interesse collettivo, predisponendo anche una misura, se possibile, che vada oltre il materialismo di Feuerbach, Marx e company. Non posso immaginare che nella società di oggi non esistano aspirazioni che non si leghino a una visione cristiana, anche nel campo della scienza politica, dove i valori si incarnano per diventare materia reale, capace di cambiare il modo di vivere delle persone, nel corpo e nello spirito. Uno dei temi ancora aperti della storia politica del nostro paese è proprio quello della capacità della storia di saper dare risposte ai molti interrogativi che l’hanno caratterizzata e rappresentata, per permettere al genere umano di esprimere una visione critica dei fatti, sulla base di ciò che è realmente successo e non per sentito dire da parte di chi ha tutto l’interesse di gettare fumo negli occhi.

C’è dunque qualcosa che tormenta l’animo umano e precisamente come mai un partito con alle spalle valori di indubbio spessore morale non sia stato capace di un sobrio e repentino esame di coscienza, capace di capire la genesi dell’errore e di fornire una riparazione consona ai tempi e alle necessità. C’è molto di umano nella crisi della vecchia democrazia cristiana, molto che si lega a fatti storici, a personaggi, a eventi, a fatti che ne hanno piegato la rappresentatività iniziale, quella che animava di speranze il cuore degl’italiani. L’idea che tutto sia finito così repentinamente, senza una retrospettiva convincente degli errori commessi e di una eventuale rinnovata riproposizione, lascia un vuoto profondo in chi ha creduto in quell’idea diventata partito, nella sua missione umana, prima ancora che politica. Mancanza di formazione? Di autocritica? Di ricerca? Cecità diffusa nella scelta delle persone? Mancanza di rettitudine nella conduzione morale di una realtà in cui l’aspetto morale avrebbe dovuto essere prioritario? È difficile dirlo, ma un tentativo di analisi su come sono andate le cose dovrebbe essere fatto, per restituire alla storia e a chi ci ha creduto le sue verità e, al futuro, nuove prospettive di affidabilità politica.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login