Sotto l’imperversare dell’uragano Irma, la Florida Power & Light (FPL) è pronta a chiudere i suoi quattro reattori nucleari situati sulla costa della Florida: due presso l’impianto di Turkey Point a Homestead, appena a sud di Miami, due a Jensen Beach, vicino a Port St. Lucie. Queste quattro unità hanno un potere complessivo di quasi 4000 MW, simili a quelle di 4 reattori francesi (che variano da 900 a 1300 MW).
I quattro reattori si trovano immediatamente in riva al mare. Se Irma segue l’andamento previsto dai meteorologi, raggiungerà la costa della Florida nella notte dal sabato alla domenica, ora locale (o domenica mattina, ora di Parigi); le onde dell’uragano stesso possono raggiungere 13 metri in altezza, sommergere le strutture e inondare le unità di produzione, come è successo a Fukushima durante lo tsunami dell’11 marzo 2011.
Questo è anche ciò che è avvenuto in Francia il 27 dicembre 1999, quando i venti della tempesta Martin hanno sollevato le acqua della Gironda, causando inondazioni di due dei quattro reattori presso la centrale elettrica di Blayais. La centrale elettrica, tuttavia, si trovava bene nell’entroterra, e la tempesta era molto meno intensa dell’uragano Irma.
Il rischio di inondazioni rimane lo stesso per tutti i reattori nucleari del mondo, situati sul mare o addirittura sul fiume per accedere facilmente all’acqua necessaria per produrre vapore e per raffreddare i reattori. Il rischio non farà altro che aggravarsi a causa del riscaldamento globale e dei i fenomeni meteorologici estremi che comporta.
In Florida si spera che tutte le misure appropriate, annunciate dalla direzione di FPL e ispirate al disastro di Fukushima (compresa la protezione dei generatori di emergenza), siano state prese in tempo per evitare un nuovo disastro. Essi comporteranno un arresto prolungato di reattori e interruzioni di corrente a lungo termine.
Ma l’unica soluzione sostenibile in Francia, Stati Uniti o altrove è l’abbandono più rapido possibile dell’energia nucleare, che soddisfa meno del 3% del consumo energetico mondiale, fermandosi e chiudendo tutti i reattori. Non è solo necessario, ma è possibile, se ci fosse la volontà politica. Anche in Francia, il paese più minacciato nel mondo con i suoi 58 reattori, dopo che il Giappone ha chiuso i suoi 54 reattori 13 mesi dopo il disastro. Non si aspetti di essere colpiti dal disastro successivo, sempre meno controllabile, sempre più taciuto all’opinione pubblica.
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