“I turisti non vanno a Varese semplicemente perché non la conoscono per come è”. È questo l’esito di uno studio ponderoso della metà degli anni ’80, dell’Università di Milano, dedicato alle potenzialità turistiche varesine. Oggi potremmo dire la stessa cosa.
Non si va a Varese e se ne parla poco, semplicemente perché fuori dai suoi confini la città è conosciuta poco e nulla. Per questo, a partire dal 29 settembre e per dieci giorni, col Festival Nature Urbane ci siamo concentrati su come farla conoscere “per com’è”.
Ci siamo concentrati su come raccontare quel “com’è”, promuovendo le bellezze della città attraverso una serie di eventi e di incontri. Magari, ricordandosi le parole di Stendhal (1817) che quasi si commuove parlandone, anche se non perderà i sensi come accadrà vedendo Firenze. Per Varese avrà parole di vera ammirazione: “Visione magnifica! Al tramonto del sole si vedevano sette laghi. Credetemi si può percorrere tutta la Francia e la Germania, ma non si potranno mai provare simili sensazioni”.
Un patrimonio naturale straordinario, visto che oltre il 70% del suo territorio è territorio di pregio. Una dimensione che non ha eguali in nessun capoluogo di provincia. Per trovare qualcosa di simile bisogna andare nei paesini di montagna. Per questo, sono state organizzate delle escursioni nel verde (46) del Campo dei Fiori dedicate alle scolaresche e otto itinerari naturalistici.
Il focus del Festival saranno i giardini e le ville. Un patrimonio unico già ampiamente noto in letteratura. Ma nel corso del Festival si potrà vedere quel che non era mai stato visto finora, come visitare i parchi di tredici ville private, oltre a tre proprietà del FAI. In totale, 33 è il numero degli appuntamenti previsti e 130 sono le visite.
Complessivamente, tra pubbliche e private, se ne potranno visitare ventiquattro, accompagnati da guide turistiche, utilizzando gratuitamente dei bus navetta appositamente dedicati. Bus navetta che, per il circuito dedicato ai parchi pubblici, potrà essere utilizzato ancora gratuitamente anche per visite in proprio, per tutta la durata del Festival.
Per narrare tutto questo e per dare la dimensione di un insieme unitario e coerente, abbiamo immaginato di affidare questo compito a Il barone rampante, un racconto di Italo Calvino, ambientato intorno alla metà del Settecento, dove il protagonista è un giovane barone, Cosimo Piovasco di Rondò, che dopo un banale litigio col padre sale su un albero, si arrampica tra i rami, passa da una pianta all’altra e decide che non scenderà mai più.
La narrazione sarà ambientata nella scenografia incantevole tra gli alberi secolari dei parchi della città di Varese. Ogni giorno ci sarà una puntata. Di pomeriggio, si avvicenderanno dieci attori di talento che riproporranno le vicende di una narrazione evocativa e simbolica, ricca di peripezie e di incontri, di personaggi memorabili, amori romantici e passionali, insieme a vicende irresistibilmente comiche.
Lella Costa e David Riondino, Franco Branciaroli e Peppe Servillo, Arianna Scommegna e Gioele Dix sono gli interpreti che riporteranno in vita un mondo fatto di risvegli, di odori e rumori che hanno la forza suggestiva e prorompente della natura. A loro si alterneranno giovani attori del Piccolo Teatro di Milano.
Ci saranno anche eventi veri e propri come concerti, animazioni e proiezioni. Oltre a dei momenti di approfondimento legati al tema del paesaggio e della scuola. In totale son programmate 30 situazioni, comprese animazioni e laboratori, per famiglie, nei parchi e nelle ville. Il momento clou sarà il concerto di Mario Brunello al Grand Hotel Campo dei Fiori. Senza togliere niente ad altri, l’auspicio è che questo evento possa contribuire in qualche modo a restituirci uno dei suoi pezzi più belli e affascinanti dell’architettura Liberty.
Senza dimenticare il suo recente passato, Varese può giocare anche nel breve periodo le carte della sua bellezza, che rappresenta un vantaggio competitivo unico. Non c’è chi possa fare meglio di lei in quanto a natura e storia. Questo significa che la carta da giocare, oggi, è il suo paesaggio e i suoi valori immateriali. Il progetto è fattibile e di successo. Ma bisogna che si formi una politica pubblica che abbia la voglia d’impegnarsi non solo a discutere e a fare convegni, ma a realizzare un progetto.
Roberto Cecchi, Assessore alla Cultura del Comune di Varese
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