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Apologie Paradossali

CON IL DOVUTO RISPETTO

COSTANTE PORTATADINO - 08/09/2017

con-il-dovuto-rispetto(C) Con il dovuto rispetto oggi salutiamo la presa di possesso della diocesi da parte del nuovo arcivescovo, Mario Delpini.

Con il dovuto rispetto, perché questo è il titolo di un suo simpatico libretto, 112 frammenti di saggezza all’ombra del campanile, corrispondenti ad altrettante scenette di vita parrocchiale, condite di sana ironia e ispirate a quel paradosso cristiano che mi piace, anche quando non riguarda i grandi e misteriosi temi della teologia, ma la vita quotidiana.

(S) Anche a me è apparso subito simpatico, quando ha ironizzato sulla ordinarietà del proprio nome di battesimo, paragonato a quelli dei predecessori. Altrettanto si può dire della sua produzione libraria, per lo più dedicata a temi apparentemente modesti, come  “Io scelgo la pace. Vignette, pensieri, domande irrequiete per un argomento che scotta”;   “Caccia al tesoro. Sette incontri vocazionali per ragazzi”; “Da Gerusalemme a Emmaus. Quattordici soste di preghiera per gruppi giovanil”i;” Dizionario della vita quotidiana”;  il più conosciuto: “Reverendo che maniere! Piccolo Galateo Pastorale. Appunti affettuosi e scanzonati per preti in cammino verso il terzo millennio”; “La via del sale. 54 storie per ogni settimana dell’anno”;  “E la farfalla volò. 52 storie sorprendenti”. Mi rammarico che persino la stessa Libreria arcivescovile non li avesse tutti in bella mostra. Così ho comperato solo, come te, “Con il dovuto rispetto” e ne ho già letto buona parte, con vero piacere.

(O) Con il dovuto rispetto, state attenti  a non dimenticare  le qualità che hanno sicuramente motivato la scelta pontificia di affidargli una delle diocesi più importanti del mondo. Mi permetto di ricordarvele: è stato l’educatore di tantissimi preti diocesani e proprio dai quadretti del libro emerge che l’essere diventato insegnante, rettore, vescovo e ora arcivescovo non gli ha fatto dimenticare la bellezza  ma anche le difficoltà del semplice prete.  Penso proprio che i suoi sacerdoti potranno contare sul fatto che preferirà occuparsi di loro, piuttosto che di raffinate questioni teologiche.

(C) Le due cose  non si escludono, ricordo che al momento di assumere il governo di una diocesi importante, quello che sarebbe stato un grande vescovo ‘governante’ ma che era stato in precedenza un fine teologo e letterato, affermò: “Nella formula di ordinazione mi è stato detto ‘Accipe baculum’ prendi il bastone pastorale, governa la tua Chiesa,  non mi è stato detto ‘Accipe calamum’, prendi la penna e scrivi.  Si attenne a questo principio, salvo recuperare il calamum da ‘emerito’ e pure con ancor maggiore efficacia. Tornando, con il dovuto rispetto, al Nostro, mi sarebbe piaciuto riportare, a titolo d’esempio e per invogliare i lettori all’acquisto, una intera scenetta, ma mi sono imbattuto nel categorico divieto di riproduzione di alcuna parte del volume imposto dall’editore senza suo permesso scritto, quindi sono costretto a riassumere, con parole mie certo meno incisive,  qualche spunto tra i più simpatici.

Le dediche innanzi tutto.  Non c’è la paludata prefazione di qualche illustre porporato, ma tre letterine.

 Alla signora Malinconia: “ Non le sembra di essere un po’ invadente? Da qualche tempo La incontro un po’ troppo spesso… Le sconsiglio di frequentare così spesso le sue amiche, la dottoressa Lamentela, quella gran dama della marchesa Mormorazione, quella poveretta della signora Depressione… Mi permetto di inviarLe questo libretto: è una raccolta di pensierini senza pretese. Ma forse Le potrà servire per sorridere un po’.

Alla Spettabile Ira s.p.a. “ Non sono interessato ai vostri prodotti… si presentano come moderni, intelligenti, alla moda.  Ma gli ingredienti che usate sono nocivi… Chi ne fa un uso prolungato accumula rancore, insofferenza, nervosismo: diventa insopportabile nella comunità…”

Al signor Superficiale: “devo ringraziarLa per la sua simpatia e allegria.  Quando Lei c’è, non c’è mai silenzio… Devo però farLe notare che parlando di tutto, Lei non dice niente: non un pensiero, ma luoghi comuni, non esperienze, ma avventure, non preghiere e decisioni, ma emozioni e chiacchiere…”

(O) Con il dovuto rispetto, vorrei segnalare che le  parti che più mi piacciono sono quelle  in cui evidenzia il limite della resistenza al cambiamento, tanto frequente nei fedeli tradizionalisti. Mi sembra un ottimo auspicio per sperare che incoraggi e sostenga il cambiamento delle troppe vecchie abitudini, che annoiano e scoraggiano soprattutto i giovani.

(S) Guarda un po’! A me invece sono piaciute tanto le scenette in cui sono presi in giro i difetti dei preti, vecchi o giovani fa lo stesso. Perché vedete, se i fedeli sono troppo bigotti o troppo moderni e permissivi, di chi è la colpa?  Magari non tutta, ma anche dei preti, che sono i primi a dover imparare qualcosa da questo libretto. Magari cominciando dalla gestione del consiglio pastorale, che mi sembra, con il dovuto rispetto,  un bersaglio privilegiato dell’ironia dell’Arcivescovo.

(C) Cari amici, permettetemi di dirvi una cosetta, che tengo valida anche per me stesso. Non cominciamo a cercare di assegnare l’Arcivescovo ad una categoria, tradizionalista o innovatore.  Se non è esagerato ricavare un’indole e un programma da questi ‘frammenti di saggezza all’ombra del campanile’ direi che siamo chiamati a restare svegli, attenti e disponibili, clero e fedeli, giovani e anziani, per non restare cristallizzati nei nostri preconcetti o nelle attese nobilissime ma illusorie di mondi perfetti.  La descrizione degli infiniti difetti di tutti e di ciascuno, mi sembra dica “Con il dovuto rispetto”,  non ci porta verso il paese dello scoraggiamento e della rassegnazione alla mediocrità,  ma a quello della comprensione, dell’impegno, della libertà di spirito, dell’umiltà, che come spiega l’etimologia significa restare con i piedi per terra. Che mi pare la maggior qualità dell’Arcivescovo Delpini. Con il dovuto rispetto.

(C ) Costante (S) Sebastiano Conformi  (O) Onirio Desti

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