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Ambiente

VEDETTA DELL’ATMOSFERA

ARTURO BORTOLUZZI - 28/07/2017

torreMolte volte mi sono imbattuto come presidente pro tempore dell’associazione Amici della Terra Varese in vicende non risolvibili per la insufficienza di strumenti adeguati di cui potevano dotarsi le aziende di controllo in Italia.

Scrivo naturalmente di Arpa e di ATS. Basti da parte mia citare il solo caso dell’area afferente la zona industriale di Gavirate, dove da quasi trent’anni non si riesce ad accertare, da parte di Arpa come da parte di ATS, il perché i cittadini che abitano quella zona siano investiti da un odore spesso insostenibile.

Ora non posso non vedere che con occhio interessato la torre di monitoraggio che è stata recentemente inaugurata al Centro di Ispra.

Non posso, inoltre, che leggere o sentire con interesse (e anche con curiosità) le parole della dottoressa Elisabetta Vignati, dirigente dell’Unità C5: Air and Climate’ del JRC Ispra, che ha presentato l’innovativa iniziativa del Centro europeo, capace di monitorare l’atmosfera, fornendo non solo dati, ma compiendo anche analisi. Ha sostenuto che Il Nord della Provincia di Varese è per l’Europa un “laboratorio speciale” per le politiche sulla qualità dell’aria”.

La misurazione atmosferica sulla qualità dell’aria ha una lunga storia nel JRC di Ispra. Come da lei ricordato: “Erano gli anni 80, quando sull’area dove oggi sorge la torre furono posizionati i primi “baracchini” prefabbricati che ospitavano gli strumenti per le misurazioni. In anni più recenti il JRC ha avviato in un’altra location anche l’attività di monitoraggio dei gas serra. Ora che si è giunti a decidere di investire su una nuova struttura che unisce le due tipologie di misurazione in un unico laboratorio (la Torre da 100 m), si potrà far fare un importante salto di qualità all’attività scientifica del Centro”.

Quello che più ci interessa è il fatto che abbia toccato il tema del possibile utilizzo della struttura per valutare le situazioni di inquinamento, oltre la zona locale. Ha infatti detto: “Inoltre, d’ora in poi grazie a questa torre molto alta, che arriva fino a 100 m, possiamo guardare al di là di quello che si può misurare a livello locale. Vediamo sorgenti più lontane, la pianura padana ma, anche oltre. Sulla torre di osservazione, ufficialmente inaugurata da pochi giorni, ma entrata in funzione già da qualche mese, le misurazioni possono essere fatte a più livelli a 40 m, a 60 e a 100 m di altezza dal suolo. Le masse d’aria sono contaminate differentemente. In questo modo, possiamo intercettare e misurare anche masse d’aria che vengono da lontano. E, grazie al fatto di appartenere ad un network di organizzazioni europee, non solo questi dati possono essere condivisi e analizzati per fare emergere processi, impatti, ma anche per capire quello che sta succedendo a livello di qualità dell’aria e di cambiamenti climatici”.

Ha soggiunto la dottoressa Vignati: “Qui riusciamo ad analizzare anche le sorgenti di inquinamento e ad avere un colpo d’occhio sulle politiche a lungo termine”. Le ho quindi scritto chiedendole di analizzare la zona industriale di Gavirate (tra Gavirate e Bardello) dove ci sono 500 persone (queste sono solo quelle che hanno messo nero su bianco il proprio malessere) che hanno chiesto provvedimenti risolutivi da parte dei Sindaci di Gavirate e di Bardello.

Vi è poi da monitorare la zona di Varese (per quanto riguarda l’ozono e polveri sottili) e poi la zona dei cementifici varesini di Cittiglio di Travedona Monate e di Ternate.

Tutto ciò in accordo con Arpa e con ATS visto che come la stessa dottoressa Vignati ha dichiarato la torre è un “open infrastructure”.

Questa mia l’ho mandata chiaramente ai direttori di Arpa e ATS Varese e ai sindaci dei Comuni citati per informarli e chiedere una loro presa di posizione a riguardo e perché possano sfruttare questa importante novità per migliorare la qualità di vita degli amministrati.

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