Grazie a un propizio e impeccabile restauro palazzo Viani Dugnani, sede del Museo del Paesaggio di Pallanza, dopo il riallestimento delle sale al piano terra con le opere di Paolo Troubetzkoy, propone fino al primo ottobre un’intrigante rassegna che si snoda al piano nobile dell’edificio e potrà esser meta di curiosa visita sino all’inizio dell’autunno.
Intitolata “I volti e il cuore”, la mostra è dedicata alla figura femminile da Ranzoni a Sironi e Martini, e si deve alla competente cura di Elena Pontiggia e alla collaborazione di una formidabile squadra femminile.
Sono quasi ottanta le opere da ammirare in un percorso culturale che ha lo scopo di studiare il ruolo e la presenza della donna nella pittura e scultura, dalla fine dell’Ottocento alla prima metà del Novecento.
La rassegna è dunque frequentabile nella stagione ideale per visitare i paesi di lago, con le loro seducenti attrattive d’ambiente. E non è certo da dimenticare che il primo volto offerto dalla mostra è proprio quello di bellezza sublime del paesaggio locale. Lo stesso fondatore del museo, Antonio Massara, pensando alla sua realtà museale, costituita da opere di artisti piemontesi e lombardi, aveva prima di tutto voluto sottolineare il fascino del paesaggio al quale proprio artisti come Daniele Ranzoni, Ferraguti, e molti altri si ispiravano.
Undici sono le sezioni principali dell’esposizione: compaiono tra le prime i luoghi della vita (la casa e la stalla, il giardino e la via), gli affetti (l’amore e la maternità), le figure della storia, la religione, il lavoro, il nudo.
Spiccano, tra le sei opere di Daniele Ranzoni, i ritratti-capolavoro del maestro della scapigliatura dedicati alla Principessa Margherita di Savoia, abituale ospite fin da bambina del Lago Maggiore- in particolare della Villa Bolongaro di Stresa, oggi sede del museo dedicato al filosofo Antonio Rosmini – e alla nobildonna Giuseppina Imperatori Orsenigo, definiti quali ritratti “dipinti col fiato”, per la particolare dissolvenza della forma in un pulviscolo luminoso.
Ma incantano anche “Le cave di Baveno”, di Guido Boggiani, per i valori della luce espressi, il romantico “Idillio” dell’Alciati, immagine guida della mostra, e la intensa Madre di Mario Tozzi, accanto alla maternità in bronzo e al commovente “L’addio allo spazzacamino” di Giulio Branca. La grande opera di Arnaldo Ferraguti, recentemente restaurata, “Alla vanga”, manifesto del realismo sociale, premiato alla triennale del 1891, s’ affianca allo splendido “Le lavandaie a Pallanza”, del 1897 e a “L’aratura” di Achille Tominetti, simbolo della condizione femminile tra Otto e Novecento. Il nudo di Achille Funi, del 1930, è a sua volta alta testimonianza dell’esaltazione muliebre nell’arte.
Una particolare sezione è riservata a due artiste da riscoprire, Sophie Brown, raffinata e colta abitatrice della leggendaria villa San Remigio di Pallanza, dove visse col marito, il cugino-musicista (si veda la sua bellissima Eva, del 1898, eseguito con tecnica a pastello); e la collega Adriana Bisi Fabbri -di cui è esposta La principessa Pignatelli, del 1917- pittrice simbolista come la Brown, cugina di Boccioni, scomparsa ad appena trentasette anni dopo essere stata protagonista nel 1914 del gruppo futurista “Nuove tendenze”.
Le ultime sezioni sono un tributo a tre maestri del Novecento, da sempre presenti nelle sale del Museo del Paesaggio. Arturo Martini innanzitutto, personalità di spicco di “Valori plastici”: di lui il museo pallanzese possiede ben 53 splendide opere donate dalla compagna Egle Rosmini. Mario Tozzi, a sua volta conosciuto e stimato nel territorio per avervi a lungo abitato e lavorato. Mario Sironi infine, raccontato qui grazie alle opere raccolte dalla sorella Cristina. Si vedano in proposito “Ars et Amor” e “Cocotte e Figure”: coloratissime, e rare opere, che dimostrano il momento fauve di Sironi, accanto a “Madre che cuce”, di ispirazione divisionista, e “Nudo con bicchiere”, opera prediletta da Margherita Sarfatti, amica del duce, nonché illustre esperta, e critica d’arte, temutissima dagli artisti da lei raccontati.
Il grande studio preparatorio per l’Aula Magna dell’ Università romana “La sapienza”- La Vittoria Alata, del 1935- testimonianza del Sironi più imponente, chiude l’ itinerario d’arte ricco e appassionante della mostra “I volti e il cuore”. Che conferma l’interesse di una realtà museale sempre più attraente, luogo d’incanto nella magia del Golfo Borromeo.
I volti e il cuore La figura femminile da Ranzoni a Sironi e Martini Opere del Museo del paesaggio di Verbania e delle raccolte Sironi e Isolabella Museo del Paesaggio di Verbania, fino all’1 ottobre 2017 Palazzo Viani Dugnani, via Ruga 44 Verbania Pallanza Da martedì a venerdì 10.00 -18.00 Sabato e domenica 10.00-19.00 segreteria@museodelpaesaggio.it www. museodelpaesaggio.it
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