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Editoriale

AMICI

MASSIMO LODI - 28/07/2017

padre-gianniCari amici, dalla montagna – dove s’arrampica su percorsi di vacanza per qualche giorno – ci e vi manda un affettuoso saluto padre Gianni. Siamo sempre nei suoi pensieri. Nelle sue preghiere. Anche nei suoi progetti. È il nostro editore, come sapete, e gli dobbiamo riconoscenza. Da nove anni concede di rinnovare ogni settimana questo sito della comunità francescana in assoluta libertà. Sembrano due parole di repertorio/prammatica, assoluta e libertà. Invece no. Sono insolite (date un’occhiata al mondo dell’informazione, s’il vous plait). E rare, preziose, emozionanti perfino. Ne facciamo un uso misurato e largo, in omaggio aalla predilezione per l’ossimoro: se il risultato finale soddisfa, lo dovete dire voi.

A dar retta ai numeri, cioè a contatti e visite a RMFonline, l’esito sembra di fortunato conforto. Quando arriva l’estate, che reca in dono a dilettanti sicut nos un mese di sosta mediatica, guardiamo alle cifre di frequentazione dell’homepage. A lampeggiare è sempre il blu del segno positivo. Il che gratifica l’afflato di gruppo che ci anima/ispira, aiutando a proseguire con entusiasmo nell’avventura d’un motivante volontariato. Non è il risultato quantitativo (economico) a importarci perché, sin dalla fondazione, non cerchiamo né vogliamo pubblicità, e tantomeno godiamo di qualsiasi entrata di denari. C’importa il risultato affettivo (sentimentale). Offrire un’amicizia a chi sta dietro il clic, trovarla, riceverne conferma/certezza. Nulla è più appagante di qualcosa che non ha prezzo.

Nel tempo s’è rafforzata la linea politica seguita dall’origine. Ovvero, paradosso voluto: una non linea. Ciascuno testimonia ciò che è, ciò che fa, ciò che vorrebbe essere o fare, assieme agli altri. Tutto qui. Poco, nulla? Mah. Forse molto, tanto. Di sicuro si può affermare che nell’alternarsi degli autori (talvolta qualcuno si ritira, tal’altra qualcun altro esordisce) non cambia l’armonia del gruppo. Il sentire comune. La naturale concordia su valori di fondo tacitamente apprezzati dalla squadra – ma sì, chiamiamola squadra – ed espressi secondo personali vocazioni. È come se un invisibile, e però avvertibilissimo, direttore, chiuso con discrezione nella sua superiore/spirituale stanza, coordinasse l’insieme. Organizzandolo tramite una magica entente cordiale e ottenendo puntuale risposta operativa alla silente richiesta imprenditoriale. Certo, non un miracolo della fede. Però un ripetuto prodigio della fidelizzazione, di volta in volta.

Cosa resta da aggiungere, senz’indulgere alla noia? Banalmente, ma intensamente: il grazie al generoso prodigarsi, per una causa di fraternità, degli scrittori e dei lettori. Una causa semplice, che mira solo a riscaldare i cuori, come il sole d’agosto ad asciugare le pozzanghere temporalesche: se possibile, in fretta e bene. Una causa umile, e forse proprio per questo meritevole di un’eco ancor più grande. Come quelle risuonanti in montagna, dove s’arrampica su percorsi di vacanza per qualche giorno padre Gianni, che ci e vi manda un affettuoso saluto. E state dunque, cari amici, ancora con noi. Anche dopo l’estate.

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