Il Vangelo abbatte ogni barriera (“Voi siete tutti fratelli” – Mt 23,8): infatti fa dei poveri i principi del Regno. È la testimonianza di S.Paolo, le cui parole ispirate sono come la bomba atomica della storia: “Non c’è più né giudeo né greco, né schiavo né libero, né uomo né donna” (Col 3,11), perché davanti a Dio un uomo vale quanto vale il suo cuore.
Lo dice anche Papa Francesco: “La ricchezza piena del Vangelo incorpora gli accademici e gli operai, gli imprenditori e gli artisti, tutti… Il Vangelo possiede un criterio di totalità: non cessa di essere la buona notizia finché non è annunciato a tutti, finché non feconda e risana tutte le dimensioni dell’uomo, e finché non unisce tutti gli uomini alla mensa del Regno” [Evangelii Gaudium, 237]. Tutti gli uomini e tutto l’uomo!
Lo stesso discorso vale anche per un’altra dimensione dell’oggi: la tensione tra localizzazione e globalizzazione, tra locale e universale [Evangelii Gaudium, 234]. Per vivere in pienezza io devo conservare le mie radici ben piantate nel focolare di casa, ma al tempo stesso debbo mantenere le finestre ben aperte ai grandi venti della storia del mondo.
L’identità è fatta di radici che scendono in terre antiche, ma più ancora di rami che si protendono come braccia e si allargano, incontrando e stringendone altre, senza rinnegare l’origine, ma facendola crescere negli incontri.
Due sono i rischi che si corrono: da una parte vivere un universalismo astratto: ci pare di avere un animo universale, ma in realtà non facciamo niente di concreto per il mondo; dall’altra confinarci nel nostro cortile di casa, apparentemente al sicuro, ma incapaci di metterci in discussione e di apprezzare la bellezza di Dio diffusa al di fuori dei nostri confini [Evangelii Gaudium, 234]. Ma l’isolamento rende sterili.
Di fronte ai problemi e alle grandi sfide di oggi, che cosa posso fare io, che appena galleggio con il mio piccolo guscio di noce tra le burrasche del mondo?
Io devo – risponde Papa Francesco – “lavorare nel piccolo, con ciò che è vicino” [Evangelii Gaudium, 235], in una alleanza tra piccoli, che agiscono insieme: c’è la guerra, e noi rispondiamo piantando, nel deserto del mondo, piccole palme di pace, là dove si vive, una piccola oasi di rapporti armoniosi, non violenti, miti.
Se lo faremo tutti, le piccole oasi di pace saranno migliaia e poi milioni, e conquisteranno il deserto. E il deserto fiorirà.
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