Dagli organi di informazione sono stato informato della lamentela del sindaco del Comune di Buguggiate che, comprensibilmente, si trova in difficoltà, da solo, a sostenere il finanziamento di opere di straordinaria amministrazione. Opere che, qualora funzionanti, potrebbero assolutamente soddisfare un territorio molto più vasto di quello comunale.
Il sindaco, giustamente, ha, pertanto, chiesto l’aiuto del Comune di Varese per realizzare opere perché possa attuarsi una nuova viabilità che alleggerisca il traffico e metta in sicurezza i passaggi tra il capoluogo di Varese Buguggiate e la pista ciclopedonale del lago di Varese. Aiuto che si può tradurre non nella erogazione di un contributo, ma nel fare sentire l’assistenza, l’autorevolezza e la guida del Comune capoluogo (per di più interessato) dei suoi apparati, dei suoi dipendenti per l’attuazione di azioni ritenute cruciali già progettate, partecipando ai bandi di concorso regionali o statali o comunitari.
Dalla geremiade del sindaco di Buguggiate che cos’ho potuto arguire? Certamente, lo scollamento e il non coordinamento stabile, continuo tra i Comuni dell’area varesina e, ho ragione di ritenere, anche con gli imprenditori privati. Ho così scritto al sindaco del Comune di Varese facendogli ancora presente la urgente necessità che il Comune stesso attui quanto previsto nel Piano strategico di Varese, magari consigliando di far ciò anche alla presidente della commissione Area vasta.
Per rilanciare l’economia, stimolare la crescita sociale, tutelare e valorizzare il territorio varesino, occorre che gli attori locali cooperino tra loro, bisogna stimolare una sorta di nuovo patto per lo sviluppo, per individuare obiettivi comuni e per disegnare progetti strategici per la comunità delle imprese e delle persone. È di questo che tutta la comunità varesina ha bisogno.
Come per l’Accademia è sbagliato che si faccia solo un dibattito tra i politici, allo stesso modo (certamente di più), è importante dibattere questo tema principalmente con il territorio e con le sue forze, ma soprattutto dare delle risposte concrete. Va quindi attuato quanto è stabilito nel documento di pianificazione strategica approvato dal consiglio comunale di Varese, ma mai mandato ai Consigli dei comuni dell’area varesina e agli imprenditori privati.
Nella lettera mandata al sindaco ho toccato anche i problemi riguardanti la possibilità di accedere in bicicletta dalla città di Varese alla pista lungo il lago.
Riguardo l’albergo di Capolago, realizzato per i Campionati del mondo di ciclismo di Varese, gli ho domandato, se il Comune di Varese intenda realizzare ancora il collegamento al di sopra della strada provinciale del lago di Varese e se vi sia un obbligo di ausilio da parte privata a sostegno dell’intervento comunale.
Per potere avere una opinione del sindaco riguardo all’albergo di Capolago (inaudita scempiaggine), gli ho chiesto: non potrebbe essere presa in considerazione la possibilità di abbatterlo da parte del Comune di Varese ovvero di destinarlo a un uso sociale conforme con il cicloturismo?
Questo penso proprio che sia impossibile, ma sarebbe certamente una decisione che potrebbe rappresentare una fortissima novità rispetto al passato dove, malgrado le nostre critiche, è stato deciso di consentire la mercificazione del lungolago di Varese, che dovrebbe invece, essere tutelato (ad ogni costo) da tutte le amministrazioni del lungolago.
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