(S) Non rinunci all’apologia nemmeno in vacanza? (C) Sembra che accadano cose così difficili da accettare che richiamano il dovere del paradosso. (S) Le elezioni amministrative? Prima o poi doveva capitare che la sinistra perdesse Genova o Sesto! (O) Non è nemmeno un gran male, il cambiamento serve anche quando non è rottamazione, poi, caro Matteo, chi la fa l’aspetti. (C) Non è la cosa più strana, anche se vorrei leggerla come un sintomo convergente di un medesimo problema, che i lettori di RMFonline sanno che mi sta a cuore : la difficoltà di tenere insieme le varie forme di identità con il desiderio di cambiare e con l’affermazione di interessi legittimi. (O) Questo è un sogno a cui ho rinunciato persino io! (C) Vediamo qualche esempio, poi mi dite. Non mi impressiona Genova o Sesto, doveva capitare e può essere un bene, non mi impressiona la notizia che la Brexit costerà miliardi all’Europa, da scontare in tagli al bilancio sociale, non mi impressiona la minaccia italiana di chiudere i porti alle navi straniere che salvano i migranti. È il complesso di comportamenti divergenti che mi inquieta, come se noi europei avessimo davvero perso la capacità di capirci, di parlare la stessa lingua, dal livello locale a quello globale. Proprio durante questa breve vacanza ho percorso itinerari della memoria della guerra 15/18, trincee, cimiteri e musei, e mi viene spontaneo associare il radicato nazionalismo di allora al superficiale e pretenzioso sovranismo di oggi. E mi viene un dubbio : se con tutte le nostre incomprensioni non ci stiamo avvicinando a disastri simili, meno sanguinosi, ma pur sempre insopportabili. Voglio quindi proporre due esempi positivi: il Museo nel Forte Tre Sassi al passo Valparola e il Cimitero di guerra della val di Landro. Il primo, opera di una famiglia di cortinesi che iniziò la raccolta di cimeli a partire dal ‘mestiere’ di ‘recuperanti’ (spero che qualcuno ricordi il film di Olmi) traccia con dovizia di racconti e di oggetti autentici la vita durissima dei soldati di ambedue gli eserciti, senza nascondere il giudizio sull’inutilità del sacrificio della vita di tanti giovani. Il cimitero ha la particolarità di accogliere le salme di soldati di 27 nazioni (i pochi ‘italiani’ erano sudditi austriaci e avevano combattuto per Francesco Giuseppe). Una tale pluralità di nazioni si spiega col fatto che la maggior parte erano prigionieri, molti erano Russi. Quando nel primo dopoguerra fu data una forma definitiva al cimitero, i caduti russi furono gettati nella fossa comune insieme agli ignoti, non so se per disprezzo o per incapacità di leggere il cirillico. Oggi invece la collina dà una impressione di serenità e quasi di bellezza soprattutto grazie all’iniziativa di un privato di Dobbiaco e all’aiuto spontaneo di chi incontra per caso questa testimonianza. (S) Mi fai pensare che, per non diventare un cimitero, l’Europa debba imparare da un cimitero! (O) I grandi europeisti sono tutti morti… (C) Penso che le difficoltà di sopravvivenza dell’idea europea dipendano più da cause culturali, che politiche. Siamo noi, gente comune, i primi responsabili del decadimento dell’idea europea, perché sono le nostre preferenze che indirizzano le scelte dei politici, certo più attenti a seguire il vento che a governare la barca, indirizzandola verso il porto. (O) Io resto convinto che fare memoria aiuti molto a comprendere il futuro. Spero, per esempio, che il cinquantesimo dei trattati di Roma non sia stato solo un’occasione formale, buona solo a suggerire un titolo tra i tanti per l’ esame di maturità. (S) Come soluzione al grande problema posto all’inizio mi sembra molto modesta. Siamo fermi agli auspici. (C) Eppure non vedo alternative: solo la responsabilità individuale può far progredire la società. (O) O la fa regredire, secondo la tesi di Boncinelli, suggerita da un altro titolo proposto per il tema della maturità.
(S) Siamo sempre al punto di partenza, se sia nato prima l’uovo o la gallina. Con queste discussioni inutili la gente va al mare, invece di votare. Poi, lamentatevi! Senza il coraggio della chiarezza le vostre belle idee saranno sempre soverchiate dalla rozzezza del populismo o di qualcosa di simile. Ditelo al centro, alla destra e alla sinistra, non fatemi iscrivere al partito del non voto.
(S) Sebastiano Conformi (O) Onirio Desti (C) Costante
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