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Apologie Paradossali

GLI AUSPICI, LA REALTÀ

COSTANTE PORTATADINO - 30/06/2017

Cimeli al museo del forte Tre Sassi

Cimeli al museo del forte Tre Sassi

(S)  Non rinunci all’apologia nemmeno   in vacanza? (C) Sembra  che  accadano cose  così  difficili  da accettare che richiamano  il dovere del paradosso. (S) Le elezioni  amministrative? Prima o poi  doveva capitare che la sinistra  perdesse  Genova o Sesto! (O) Non è  nemmeno  un gran male, il  cambiamento serve  anche quando non  è  rottamazione,  poi, caro Matteo, chi la fa  l’aspetti. (C) Non  è  la cosa più  strana, anche se vorrei  leggerla come un sintomo  convergente di un medesimo  problema, che i lettori di RMFonline sanno che mi sta a cuore : la difficoltà  di tenere  insieme  le varie forme  di identità  con il desiderio  di cambiare  e con l’affermazione di interessi  legittimi. (O) Questo è  un sogno a cui ho rinunciato  persino  io! (C) Vediamo qualche esempio,  poi mi dite. Non mi impressiona Genova  o Sesto, doveva capitare e può essere  un  bene, non  mi  impressiona la  notizia che la Brexit costerà  miliardi  all’Europa,  da scontare  in tagli al bilancio  sociale, non mi impressiona la minaccia  italiana  di chiudere  i porti alle navi  straniere che salvano i migranti. È  il complesso di  comportamenti divergenti che mi inquieta, come se noi europei avessimo davvero perso  la capacità  di capirci, di parlare la stessa lingua, dal livello locale  a quello globale. Proprio durante questa   breve  vacanza ho percorso itinerari della memoria della guerra  15/18, trincee, cimiteri  e musei, e mi viene  spontaneo associare il radicato nazionalismo di allora al superficiale e pretenzioso sovranismo di oggi. E mi viene  un dubbio : se  con tutte le nostre incomprensioni  non ci stiamo avvicinando  a  disastri simili, meno sanguinosi, ma pur sempre  insopportabili. Voglio  quindi proporre due esempi  positivi: il Museo nel Forte Tre Sassi al passo Valparola e il Cimitero di guerra  della val di Landro. Il primo, opera di una famiglia di cortinesi che iniziò  la raccolta di cimeli a partire dal ‘mestiere’ di ‘recuperanti’ (spero che qualcuno  ricordi il film di Olmi) traccia con dovizia  di racconti e di oggetti autentici la vita durissima dei soldati di ambedue gli eserciti, senza nascondere il giudizio sull’inutilità  del sacrificio  della vita di tanti giovani. Il cimitero  ha la particolarità  di accogliere le salme di soldati di 27 nazioni (i pochi ‘italiani’ erano sudditi austriaci e avevano combattuto per Francesco Giuseppe).  Una tale pluralità  di nazioni si spiega col fatto che la maggior parte  erano prigionieri, molti erano Russi. Quando nel primo  dopoguerra fu data una forma definitiva  al cimitero, i caduti russi furono gettati  nella fossa comune insieme  agli ignoti, non so se per disprezzo o per incapacità di leggere  il cirillico. Oggi invece la collina dà una  impressione di serenità e quasi di bellezza soprattutto grazie  all’iniziativa di un  privato di Dobbiaco  e all’aiuto  spontaneo di chi incontra per caso questa testimonianza. (S) Mi fai pensare che, per non diventare  un cimitero,  l’Europa debba imparare da un cimitero! (O) I grandi  europeisti sono tutti morti… (C) Penso che le difficoltà  di sopravvivenza  dell’idea europea dipendano più da cause culturali, che politiche. Siamo noi, gente  comune,  i primi  responsabili del  decadimento  dell’idea  europea, perché  sono  le nostre preferenze  che indirizzano le scelte dei politici, certo più  attenti a seguire  il vento  che a governare la barca, indirizzandola verso il porto. (O) Io resto convinto  che fare  memoria aiuti  molto a comprendere il futuro.  Spero, per esempio, che il cinquantesimo dei trattati di Roma non sia stato solo un’occasione formale, buona solo a suggerire  un titolo tra i tanti  per l’ esame di maturità. (S) Come soluzione  al grande problema posto all’inizio mi sembra molto modesta. Siamo fermi agli auspici. (C) Eppure non  vedo alternative: solo la responsabilità  individuale  può far progredire la società. (O) O la fa regredire, secondo la tesi di Boncinelli, suggerita da un altro titolo  proposto per il tema della maturità.

(S) Siamo sempre al punto di  partenza,  se sia nato prima l’uovo  o la gallina. Con queste  discussioni  inutili la gente va al mare, invece di votare. Poi, lamentatevi! Senza il coraggio  della chiarezza le vostre belle idee saranno sempre soverchiate dalla rozzezza del populismo o di qualcosa  di simile.  Ditelo al centro, alla destra  e alla sinistra, non fatemi iscrivere al partito del non voto.

 

(S) Sebastiano  Conformi  (O) Onirio Desti  (C) Costante

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