Tra Valentino e Max il termine amicizia non ha mai trovato la benché minima collocazione. Due campioni che non hanno accettato di far sposare la rivalità con la sportività.
Solo per odiosa ipotesi viene ora da pensare che il recente infortunio subìto in allenamento da Biaggi non abbia sconvolto più di tanto la mente del rivale non andando più in là di una ovvia presa di coscienza; e questa deduzione, più che altro, viene da una mancata divulgazione da parte dei “media” di una presenza de Re di Tavullia per accertare lo stato fisico dell’incidentato.
Altri nomi sono stati fatti al riguardo ma non quello di Rossi. Il discorso, è il caso di ribadirlo, può (meglio potrebbe) reggere – si diceva – proprio solo per essere stato divulgato e sottolineato il nome di altri interessati ma non quello di Rossi. Ferma restando la neppure ipotizzabile idea di un menefreghismo assoluto certo è che – sia pure senza collegamento fondato – la rivalità tra i due ha discretamente sfondato muri di logica. In effetti i rapporti tra i due non tardarono a incrinarsi quando gareggiavano nella stessa categoria.
Non ne faceva mai mistero Valentino Rossi richiamandosi a scorrettezze che Biaggi aveva messo in atto in più occasioni creando anche situazioni pericolose. Consequenziali anche gli sfottò come quello messo in atto da Valentino portandosi dopo una vittoria, al giro d’onore sulla parte posteriore della moto, l’ormai famosa bambola gonfiabile a imitazione di quello che il rivale aveva fatto con Naomi Campbell.
Scherzi ma soprattutto rancori.
Come in ogni situazione possono verificarsi anche nel motociclismo anche se si ricordano con maggiore piacere le strette di mano di Agostini con i colleghi Pagani, con Tenni o Bandirola o Ruggeri.
Altri tempi. Migliori ricordi. Molto migliori.
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