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Politica

CUPIO DISSOLVI

MASSIMO LODI - 26/06/2017

renziPovero, poverissimo Pd. Il centrosinistra si disintegra alle amministrative nelle grandi città, e tutto nasce da lì. Dall’irresponsabile cupio dissolvi dei democrats. Dunque, riepilogando: prima la minoranza tira contro Renzi e dà una pesante mano ad affondare referendum costituzionale e legge elettorale. Poi pretende il congresso, ma ottenutolo, disquisisce su date, modalità e quant’altro di fantasioso per dilazionarlo nel tempo. Successivamente, sotto la sciagurata guida del tandem Bersani-D’Alema, sbatte la porta. Scissione, e che il segretario ed ex premier vada al diavolo.

A proposito di segreteria: il capo uscente, nell’amen di poche settimane, viene rieletto a furor di voti alle primarie, cui partecipano quasi due milioni d’italiani. Imperiosamente reinsellato, egli deve tuttavia sottoporsi al flagello di pervicaci obiezioni mosse da un’inedita minoranza. Gli sdegnati fuorusciti vengono rimpiazzati da militanti neocritici verso il leader. Menano e rimenano colui che altri han definito bullo, giusto per arrivare in condizioni disastrose al gong del cimento elettorale.

Già nauseati da questo, i residuali italiani disposti a sostenere il socialriformismo, alternativo a centrodestra e grillini, sono presi da conati di vomito quando si trovano di fronte a stupefacenti alleanze tra freschi nemici. Pd e Mdp (i bersaniani-dalemiani) si presentano infatti uniti in diversi comuni. A quel punto i gastropatici che fanno? O non votano o votano per gli avversari, come la sindrome da rigurgito impone.

La disfatta si compie, il suicidio è perfetto, la tradizione riceve conferma. Un esempio/simbolo: lo sventurato Prodi, per due volte scelto come presidente del Consiglio e per due volte fatto fuori da chi l’aveva sponsorizzato. Per non parlare della pugnalata che l’accoppò al tempo dell’ipotizzata successione a Napolitano. Il Pd è questo, la sinistra è questa. Ha tante volte raccolto il largo scontento per l’inconcludenza/dabbenaggine della coalizione Forza Italia-Lega e altrettante volte disperso il patrimonio accumulato. In sintesi: una compagnia d’inaffidabili, a essere generosi. Riuscire a perdere nel momento in cui i Cinquestelle fallivano, pareva impresa impossibile. Invece no. Possibilissima, eccola qui. Berlusconi e Salvini ringraziano, pur se i problemi di rivalità, invidie e ripicche non mancano né mancheranno anche sul loro versante (i due han già cominciato a litigare sui meriti della vittoria). Perché il peggio s’annida ovunque, nella politica nostrana.

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