Cambiare le cose costa fatica: occorre smuovere la pigrizia del cittadino, assecondare le necessità dei commercianti che devono prendere le misure alla città giorno per giorno, confrontarsi con tanti piccoli e grandi interessi personali. A Varese la giunta comunale sta cercando di portare alcune innovazioni nel modo di fruire la città, ma negli ultimi giorni un vero e proprio fuoco di fila delle opposizioni sta battendo sul chiodo dell’insoddisfazione della gente che, a torto o a ragione, non sempre capisce le innovazioni e le apprezza.
L’ultima grana arriva sulle chiusure estive della via del municipio, via Sacco, che funzionano quando vengono organizzati concerti ai giardini estensi (un successo la serata con Antonella Ruggero) o serate nel nuovo spazio temporaneo di via Robbioni, ma che falliscono quando invece non vi sono iniziative serali.
L’assessore Andrea Civati sostiene che si debba insistere su questa strada. Le chiusure pedonali serali continueranno i venerdì e i sabati di tutto giugno e l’idea di fondo è quella di creare una familiarità alla frequentazione pedonale della zona, da parte dei cittadini. Civati è convinto che all’inizio sarà dura, ma che occorre dare una certezza alla cittadinanza, e quindi insistere sugli stessi giorni e con le chiusure programmate.
È una scelta coraggiosa, a ben guardare. Basta un’ora di scarsa frequentazione e fioccano le accuse. Uno degli argomenti più seri contro questa scelta pedonale è che via Sacco non è una piazza ma una via d’uscita dalla città e soprattutto che occorrerebbe prima organizzare una viabilità alternativa per non creare una strozzatura in via Veratti. Tutti argomenti veri, ma l’impostazione della giunta di Davide Galimberti, che piaccia o no, è quella di puntare con ostinazione ad alcune grandi opere e azioni amministrative che diano risultati duraturi e di lungo periodo, e che non cambino nel giro di cinque minuti.
La giunta è stata eletta per cambiare Varese, così recitava lo slogan del sindaco, e ora questa compagine ha il dovere di provarci. I cittadini giudicheranno se queste opere avranno migliorato la città, le stazioni, il teatro, la biblioteca, la caserma, la sosta, le aree pedonali, ma non c’è altra scelta. L’immobilismo sarebbe già una sconfitta.
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