In una città che a dieci mesi dall’insediamento della giunta Raggi, ancora non intravede soluzione alla massa di rifiuti che l’assedia (tre amministratori delegati nel giro di un anno alla guida della municipalizzata incaricata) va in scena a Roma la ‘querelle’ sulle botticelle. Così nella capitale chiamano quei calessi con cavalli che all’inizio del Novecento svolgevano la funzione di taxi con un ampio bagagliaio a forma di botte nel retro. Da qui appunto il soprannome. Ora ne sono rimaste una quarantina ma nel passato sono state importanti tanto più che durante la guerra erano le uniche a essere esentate dal coprifuoco.
L’assessora Pinuccia Montanari, accogliendo le richieste di diversi movimenti animalisti, non le vuole più per le strade di Roma e promette che sarà a disposizione entro un mese un mezzo elettrico per sostituire i discussi mezzi di trasporto. Il prototipo realizzato nel 2012 con 300mila euro stanziati dall’allora sindaco Alemanno è esposta all’Arancera di San Sisto. Il primo cittadino rinunciò poi a progetto per l’opposizione dei vetturini romani. Ignazio Marino al suo arrivo riprese l’idea ma non lo attuò per la caduta anticipata della giunta nel 2015.
Le botticelle fanno parte della storia di Roma. Non c’è film ambientato nel centro che non ne riporti un’immagine: da ‘Vacanze Romane’ alle commedie di Aldo Fabrizi sino a una pellicola di Alberto Sordi ‘Nestore, l’ultima corsa’, storia drammatica di un vecchio cavallo destinato al macello e dei tentativi del suo anziano vetturino per salvarlo.
I proprietari sono accusati di maltrattare i cavalli, di farli lavorare troppo soprattutto d’estate. Gli animalisti hanno raccolto 10mila firme per abolire le carrozzelle. Un incidente lo scorso anno in cui un quadrupede è morto a Piazza Venezia scontrandosi con uno scooter ha poi riacceso il dibattito.
“I cavalli sono il nostro lavoro – replicano i vetturini –, saremmo pazzi a trattarli male. E poi i bambini accarezzano il muso degli animali, i grandi si emozionano quando salgono sulla carrozza: la suggestione di un giro turistico tra i monumenti di Roma non può essere sostituita da un’auto elettrica”
Discorso a parte sono le tariffe su cui aleggia ampia discrezionalità. “No itinerari diretti, solo tour” dice gesticolando un vetturino posteggiato accanto alla scalinata di Trinità dei Monti. “Faccio il giro del centro storico: Fontana di Trevi, Piazza del Popolo, Piazza Venezia, Colosseo… Sono 150 euro per due persone”. Da Piazza della Rotonda il costo per il giro turistico diventa 140 euro. “Ma se vai di fretta ti porto diretta al Colosseo per 120 euro” dice un altro dei proprietari di botticelle che sosta al Pantheon.
L’assessore rassicura: “Nessuno perderà la licenza, verrà riconvertita e le auto elettriche saranno a disposizione dei vetturini mentre le botticelle relegate nei percorsi delle ville storiche.
“Na carrozzella va con du’ stranieri” canta Antonello Venditti in Roma Capoccia ma l’immagine romantica sembra naufragare nel mare dei problemi di questa capitale perennemente sull’orlo di una crisi di nervi: buche, metropolitana a singhiozzo, bus che si rompono o si incendiano, rifiuti, turismo selvaggio ed ora anche l’invasione estiva dei gabbiani.
Forse tra i mille problemi della vita quotidiana quello delle botticelle non è proprio in cima all’agenda.
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