Ottimizzazione degli attrattori (le bellezze della città), organizzazione e regia. Sono questi gli ingredienti del piano di rilancio turistico della città di Varese, approvato dal Consiglio comunale nella seduta dell’1 giugno scorso. È un tentativo di invertire la tendenza che ha portato l’Italia dal primo posto degli anni ’70, al quinto – sesto attuale nelle classifiche turistiche in Europa. Una flessione che dipende esclusivamente da noi. Dalla nostra capacità o meno di fare regia.
I valori che hanno fatto del Paese il Bel Paese, già ai tempi di Dante (Inferno, canto XXXIII) sussistono ancora intatti anche a Varese, che ha una chiarissima vocazione turistica, almeno per due ordini di motivi: si trova in posizione strategica tra Milano e la Svizzera, a cavallo di due fondamentali corridoi europei; e ha uno straordinario patrimonio culturale (beni culturali e paesaggio).
Oltre il 70% del suo territorio è un territorio di pregio. Una dimensione del tutto eccezionale nel panorama nazionale. Cui si aggiunge il patrimonio di ville e parchi (circa 120); l’importante tradizione della stagione musicale; il Civico Liceo musicale; 25 band; 60 associazioni che operano nel campo dell’organizzazione di concerti; un centinaio di band che gravitano sul territorio. Oltre alla cultura industriale e ai musei.
Il piano si articola su due livelli: ottimizzare il sistema degli attrattori ed elaborare adeguati strumenti di gestione. L’ottimizzazione dei valori paesaggistici riguarda le interconnessioni tra Sacro Monte, Campo dei Fiori; parchi e le ville, il lago, l’isolino Virginia e i siti SIC. Questi luoghi, allo stato attuale, sono vissuti come fatti isolati, mentre andrebbero narrati come un insieme. Ne nascerebbe un parco verde unico, da collegare con la via Francisca.
Per quel che riguarda i musei, bisognerà lavorare soprattutto alla rivitalizzazione del Museo Archeologico di Villa Mirabello e a quello dell’Isolino Virginia. Quanto alle attività culturali, bisognerà pensare ad una sala concerti con acustica appropriata e ad un teatro sperimentale. Quanto ad organizzazione e regia, si tratta di mettere a punto una struttura per la gestione coordinata di tutti gli elementi che compongono una destinazione (attrazioni, accesso, marketing, risorse umane, immagine e prezzi). Assolutamente centrale è la realizzazione di un adeguato sistema di comunicazione. Tra dicembre 2016 e marzo 2017, il Piano è stato sottoposto a confronto partecipativo. Una sorta di stress test cui hanno aderito moltissime associazioni e singoli cittadini.
Il piano è stato confermato nella sua interezza e ora bisogna provare a realizzarlo, nella consapevolezza che parlare di turismo significa parlare di sistemi complessi, per dare un’opportunità di valorizzazione del tessuto esistente. In definitiva, un’opportunità di crescita sociale ed economica, che si misura con “la capacità di portare, in modo competitivo, il complesso delle innumerevoli risorse locali sul mercato globale”.
Roberto Cecchi, Assessore alla Cultura del Comune di Varese
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