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LA SPAL IN PARADISO

ETTORE PAGANI - 02/06/2017

Quarantanove anni di esilio e ora il ritorno in serie A. Quante volte l’abbiamo avuta – la Spal – sotto i nostri occhi sul campo di Masnago a fronteggiare i nostri biancorossi, quando nel suo cammino si trovarono a disputare campionati di pari categoria a quelli in cui era impegnata la squadra ferrarese.

L’aveva, si potrebbe dire, coltivata quel suo presidente Paolo Mazza il cui nome giustamente fu chiamato a individuare allo stadio ferrarese. Più che presidente per designazione, Mazza aveva messo assieme questa squadra piena di pregi non solo per buona qualità di gioco ma anche – e forse soprattutto – per signorilità e per un complesso di doti più che indicate per assicurarsi facili lodi anche non casalinghe.

Come, purtroppo, può capitare anche nelle migliori famiglie pur impegnate al rispetto della dignità subì in più occasioni le conseguenze di vicende sfortunate che arrivarono a sciupare non poco il suo tessuto sociale. E questo per lungo tempo.

Tutto il bello di una società finì con il precipitare in un inferno e anche l’occasione di tornare al Franco Ossola con il suo presidente puntualmente in tribuna finì nel rogo.

Ma ora finalmente a inferno superato il ritorno in paradiso.

Dove il presidente Mazza stava aspettando.

***

Prima o poi Tania Cagnotto doveva pur cessare di vincere.

E lei ha deciso. A quanto pare in maniera irrevocabile. Senza quegli indugi cui, invece, si è lasciata Federica e ha chiuso dunque con decisione ferma e conclusiva.

Sempre splendidi sorrisi accompagnano la dichiarazione forte e sicura nelle sue prestazioni. Lo è stata anche nello scegliere una strada che per essere affrontata necessita di forza certamente superiore a quella che sarebbe occorsa per scegliere la direzione giusta: quella del continuare o, quanto meno, dell’incertezza.

La scelta di Tania conforme al suo carattere totalmente assimilato dal padre. E la scelta non poteva venire che dopo una vittoria quella negli assoluti italiani e proprio nella sua Torino.