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Società

DEI IN TERRA

MANIGLIO BOTTI - 02/06/2017

Craxi in fuga

Craxi in fuga

Dei politici un po’ arroganti e prepotenti di ieri, dell’altro ieri e magari anche di oggi (pensiamo a solo titolo di esempio a Umberto Bossi, a Matteo Renzi e magari anche a Beppe Grillo) si potrebbe dire quello che si diceva una volta dei pistoleri del Farwest o dei campioni del mondo di pugilato dei pesi massimi: prima o poi arriva qualcun altro più svelto o più forte di te.

È la vita che è così, non soltanto la politica. Intanto – molto spesso – a causa di quella che gli antichi chiamavano Hybris, cioè una prepotenza fatta agli dei, i quali presto a tardi trovavano la maniera di vendicarsi. Ma a pensarci bene la prima “vendetta” degli dei è il tempo che passa, le condizioni che cambiano, i giovani che avanzano e i vecchi che… invecchiano. Insomma, una ruota che gira.

Come difendersi da quest’attacco? Nella vita – e forse anche nella politica – cercando di dare il minor fastidio agli altri. È più facile nella vita, rimanere “schìsci”, come si dice. Dopodiché, da vecchi o da meno giovani, può anche capitare di riscuotere qualche benevolo consenso dovuto al passato, tanto ormai c’è poco da fare. Ma nella politica è molto, molto più difficile. Sono gli stessi eventi che ti travolgono, e non solo la vecchiaia che avanza e le forze che ti vengono a mancare.

I poeti – che poi più dei filosofi sono coloro che capiscono l’andazzo delle cose e degli uomini – hanno cercato di darci delle spiegazioni, facendosene una ragione. Ricorriamo a Dante e alla sua legge del contrappasso esplicitata nella Divina Commedia (una bella vendetta degli dei, i quali tra l’altro spesso, anzi quasi sempre, non aspettano l’aldilà per manifestarsi) o al Manzoni e al suo Napoleone in preda agli sconvolgimenti della vita: due volte nella polvere, due volte sull’altar. Ma infine, così come fu per lui e dovrebbe essere per tutti, arrivò il 5 maggio 1821.

Tornando ai politici, gli esempi sono innumerevoli. All’inizio ne abbiamo citati alcuni di oggi – e sui quali magari si può anche dire qualcosa – ma l’esempio più sconvolgente, almeno in Italia, risale a una settantina di anni fa, ed è quello che riguarda Benito Mussolini. L’uomo più idolatrato e temuto nel famoso ventennio – ma che cosa sono vent’anni? uno schizzo nella storia – e alla fine appeso a testa in giù in una piazza di Milano, svillaneggiato e offeso anche nei suoi resti mortali.

Qui, si dirà, ci sono stati di mezzo gli eventi. I più tragici eventi, come le guerre. E dunque le morti dei “fedeli” naturali o per causa. Ma non basta, cioè non è solo questo che indirizza le cose. Poco più di vent’anni fa ci fu il caso di Bettino Craxi, amato / odiatissimo leader politico di uno dei partiti di più grande tradizione italiana, e anch’egli finito con una ignominiosa fuga all’estero in un diluvio di monetine.

Qualche giorno fa si diceva di Umberto Bossi, il potente senatùr, specie dalle nostre parti, sbeffeggiato al “congresso” del partito che trent’anni fa egli stesso aveva fondato con pochi accoliti. I figli o i nipoti di quelli ora l’hanno metaforicamente appeso a testa in giù, lui poveretto che fa fatica a parlare, e a causa di una malattia che l’ha colpito nel momento di massimo fulgore, quando voleva raddrizzare a bastonate la gobba di qualche magistrato avversario, cammina un po’ stortignaccolo. La costituzione di nuovi raggruppamenti per rinverdire il passato – il Grande Nord – più vicino a un Club che a un partito lascia perplessi.

Dite che lezioni del genere possano servire? Mah! Matteo Renzi, che è ancora molto giovane, e che dunque ha cominciato presto a scatenarsi con la sua Hybris, “improsegue imperterrito”, come diceva Mario Pio-Alberto Sordi. L’avversario di tutti e di più, Beppe Grillo, è oggi (in buona parte) sugli altari. Ma sotto gli altari c’è sempre un po’ di polvere…

Qualche soluzione ci sarebbe, per non fare scatenare nemesi divine e contrappassi: scomparire nel momento migliore, morire in una parola. Allora anche i guai del passato (piccoli o grandi guai) potrebbero venire dimenticati e forse anche trasformati, da chi resta e si approccia nelle sostituzioni, in meriti. Quanti pianti, quanti elogi, quante vie (ai politici) dedicate.

Il prezzo è troppo alto? Probabilmente Forse sì. A morire e a pagare, così si dice, si è sempre in tempo. Gli anticipi in questi casi non sono mai graditi. Ma perché la vendetta – che c’è, infatti è nella natura – non si manifesti, meglio campare senza fare arrabbiare nessuno.

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