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Cultura

IL FRATE PITTORE

ALBERTO PEDROLI - 24/02/2012

“È un frate cappuccino, ma con un vizietto incorreggibile: ama l’arte, la pittura e non ne può fare a meno”. Così viene presentato Padre Francesco (al secolo Vittorio) Calloni nella biografia che accompagna la mostra allestita nelle sale del Castello di Masnago ed inaugurata lo scorso 18 febbraio.

Certo il “vizietto” Padre Calloni l’ha coltivato assiduamente: maturità artistica, Accademia di Brera alla scuola di Gianfilippo Usellini (tra gli storici affrescatori di Arcumeggia), poi ancora laurea in lettere moderne con indirizzo artistico alla Cattolica di Milano ed insegnamento di storia dell’arte al Liceo parificato dei Cappuccini di viale Borri. Non stupisce quindi se non è la prima volta che presenta le sue opere al pubblico, ma l’occasione varesina è del tutto particolare. Sono infatti esposte per la prima volta, accompagnate dai disegni preparatori e da altre opere di soggetto sia sacro che profano, due grandi tele (sei metri per due) componenti il Trittico Eucaristico: La lavanda dei piedi e La moltiplicazione di pani mentre la terza opera, L’ultima cena è già collocata in loco. Il Trittico è infatti destinato al coro della chiesa dei Frati cappuccini, una collocazione ideale date le non facili dimensioni delle opere ma un po’ segreta e che per questo meritava l’anteprima “laica”, con il beneplacito del Comune di Varese presso la sede museale varesina.

Cose da raccontare a tutti, Padre Calloni ne ha parecchie e lo fa senza pudore anche nel bel libro-catalogo (Passionalmente, sottotitolo Quando l’artista spiega se stesso) acquistabile in mostra. A cominciare dalla “filippica” contro i critici d’arte che “…riescono a scoprire significati e contenuti a volte mai sognati dall’artista” espressi “con espressioni e parole da suscitare stupore e nebbia nel cervello del lettore”.

Per non incorrere nel medesimo errore, invito allora a visitare la mostra e a guardare attentamente quanto esposto lasciandosi guidare dalle sue parole. Nasceranno probabilmente delle domande, soprattutto per chi abbia presente l’iconografia classica degli episodi evangelici e noti invece le singolarità di quanto rappresentato: che ci fanno, ad esempio, Maria e la Maddalena nell’Ultima Cena e nella Lavanda dei piedi ovvero quando Gesù lava i piedi agli Apostoli suscitando lo stupore ed il netto rifiuto da parte di Pietro? Cosa vogliono esprimere gli Apostoli, tutti vestiti come sacerdoti di oggi, con i loro atteggiamenti e gli sguardi, così diversi l’uno dall’altro? Di certo c’è chi esprime sconcerto, chi dà piena fiducia e chi discute animatamente… non è così forse anche oggi? Poi c’è Giovanni, il discepolo prediletto che dipinge quanto sta accadendo per tramandare a tutti la “buona notizia” e chi, se non lo stesso Padre Calloni (gli altri modelli sono stati i pazienti confratelli!) poteva prestargli il volto?

Guardiamo la Moltiplicazione dei pani: si riconosce distintamente il paesaggio varesino, il Sacro Monte, il Lago, il Monte Rosa, persino la chiesa dei Cappuccini, seppure collocata su uno sperone di roccia. Attorno al Cristo uomini di tutte le razze, bianchi, neri o con la carnagione olivastra, chi in abiti tradizionali, chi attuali, il musulmano che legge il Corano e quello che si lecca le dita mangiando dopo il digiuno del Ramadan e poi bambini – i più vicini a Gesù – e, sulla destra, un gruppo di frati: qui riconosciamo ancora lo stesso Padre Calloni che, missionario per sei anni in Costa D’Avorio ha voluto raffigurare anche due altri confratelli, partecipi della medesima esperienza. Insomma la “Chiesa missionaria” che “…gettata fuori dal Cenacolo a Pentecoste, deve spezzare il pane della Parola e dell’Eucarestia a tutto il mondo”, spiega lo stesso Calloni in Passionalmente.

Un ultimo invito: guardate il sito www.cammino.it dei Frati Cappuccini di Lombardia: scoprirete anche un Padre Calloni fotografo attraverso centinaia di immagini scattate nei suoi innumerevoli viaggi intorno al mondo nonché giornalista, direttore della rivista Il Cammino di cui potete consultare online diversi numeri leggendo i suoi editoriali. Forse il “vizietto” di cui si parlava all’inizio non è tanto quello di amare l’arte, ma quello di saper esprimere a tutti la ricchezza che si è incontrata ma questo è comune a tutti i Cappuccini, Ordine di predicatori per eccellenza da cinque secoli, oggi appassionati comunicatori con tutti i mezzi possibili: ne fa fede l’esistenza di Radio Missione Francescana e di questa stessa testata…

Passionalmente
Mostra al Castello di Masnago, via Cola di Rienzo, Varese
Sino all’11 marzo 2012
9.30-12.30, 14-18 (da martedì a domenica)

Nelle foto: momenti della inaugurazione della mostra lo scorso 18 febbraio

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