In politica, come nella vita, i problemi si affrontano con decisione oppure ci si inventa i modi per evitarli. Spesso è la seconda categoria ad essere la più numerosa. C’è chi, come gli struzzi, ama mettere la testa sotto la sabbia. C’è chi preferisce parlare d’altro. C’è chi li subisce passivamente, tanto è colpa del destino cinico e baro. C’è chi si consola negandone persino l’esistenza. Poi però i problemi restano. Anzi si aggravano. Meglio sarebbe, in tutti i casi, trovare il coraggio per affrontarli per ciò che realmente sono, anche quando si presentano maledettamente complicati.
Al “capitano” che guida l’equipaggio di Palazzo Estense quel coraggio è finora mancato.
La nave va, ci dicono.
Così diceva anche un politico di prima grandezza della prima repubblica. In realtà non andava per niente. Evidentemente oggi, come allora, è cambiato poco: molto di più della realtà conta ciò che si vuol far credere. La realtà però, come la verità, prima o poi torna a galla. È quello che sta succedendo a Varese dentro la nuova maggioranza che governa la città. I problemi manifestatisi fin da subito (vedi la luna di miele è finita e acque agitate a palazzo estense) con il passare dei mesi anziché risolversi si sono ulteriormente aggravati.
Infatti non passa giorno che contrasti e tensioni si manifestino su molteplici aspetti della vita amministrativa. In alcune occasioni con significativo clamore mediatico, in altre utilizzando modalità e segni di una politica che si voleva superata.
Qualche inguaribile ottimista sostiene che anche le polemiche e i dissensi delle ultime settimane sarebbero nient’altro che aria fritta, altri ammettono l’evidenza ma tendono a sminuirne la portata edulcorando i fatti o liquidandoli con l’accusa, fin troppo facile, del “personalismo”. Ma così dicendo si riconosce, magari senza rendersene conto, la fragilità del progetto politico della coalizione e delle ragioni del suo stare insieme.
La tesi dei “personalismi” appare semplicistica e strumentale in quanto, oltre ad ignorare gli argomenti e le denunce circostanziate dei “dissidenti”, vorrebbe far credere che tutto va bene madama la marchesa quando invece sarebbe certamente molto più utile per tutti affrontarli correttamente e con un po’ più di rispetto, almeno, nei confronti di chi non pare proprio che dissenta per gioco. Chi ha seguito le vicende amministrative con un minimo di attenzione, senza pregiudizio né spirito di parte, ha potuto facilmente constatare la portata politica di un dissenso che ha riguardato e riguarda aspetti non secondari del governo cittadino. Basta richiamarne alcuni: l’elezione del Presidente del consiglio comunale, i silenzi sulla vicenda Molina, la destinazione della ex-caserma e quella di villa Mylius, il piano sosta, il progetto stazioni, il bilancio, le assunzioni fatte o annunciate. Per non parlare delle ripetute accuse al Sindaco e alla Giunta di decidere senza confrontarsi con la loro stessa maggioranza.
Si può edulcorare quanto si vuole, ma questi sono fatti squisitamente politici. Come pure lo è il fatto che la lista del Sindaco, a neppure un anno dalle elezioni, si è praticamente dissolta. Prima ci sono state le dimissioni dal Consiglio Comunale di Andrea Bortoluzzi, adesso c’è l’uscita dal gruppo di Mauro Gregori, seguito a ruota da un altro consigliere della Lista Galimberti: Gaetano Iannini. A questo punto al capitano restano fedeli il capogruppo Tommaso Piatti e Maria Paola Cocchiere, subentrata al dimissionario Bortoluzzi.
Ma se tutto ciò accade è colpa dei personalismi o del fallimento del progetto “civico”? O entrambe le cose? Spetta innanzitutto al “capitano” interrogarsi e dare risposte sul malessere dell’equipaggio (che oltre ai “civici”, riguarda anche tre consiglieri del suo stesso partito). A meno che non si pensi davvero che i “vuoti” interni possano essere colmati dall’eventuale e sollecitato soccorso di una parte dell’opposizione. Opposizione che finora ha brillato per la sua assenza.
Va peraltro ricordato che sull’ipotesi, più o meno realistica, di allargamento della maggioranza, si è scagliato con particolare veemenza nientemeno che il vicesindaco, il quale senza tanti giri di parole ha lanciato al Sindaco un chiaro avvertimento: “Non sarebbero tollerabili operazioni trasformiste in stile prima repubblica se il consigliere Gregori ha creato un suo gruppo consiliare perché vuole portare in maggioranza la Lega Civica, io uscirò dalla giunta e il nostro movimento civico Varese 2.0 abbandonerà immediatamente la maggioranza”. E ancora, a proposito di Galimberti: “Non ho condiviso assolutamente il suo comunicato, che ho letto sui giornali, in cui ha speso parole positive verso Mauro Gregori che ha cambiato gruppo pur rimanendo in maggioranza. Non capisco chi abbia messo in bocca al sindaco quelle parole”. Più chiaro di così!
P.S. Fatte le debite proporzioni con il protagonista della poesia di Whitman dobbiamo anche aggiungere che qui “il viaggio”, di fatto, non è neppure cominciato.
You must be logged in to post a comment Login