La sua sagoma inconfondibile con la sigla bene in vista ‘Alitalia’ spiccava dal 1991 sulle colline della Magliana appena imboccato il raccordo anulare. Il grande centro direzionale della compagnia è stato per anni una sorta di biglietto da visita, anzi di volo, per chi arrivava a Roma.
Era uno dei tanti punti di intreccio tra la compagnia e la capitale. Tanto che la Lounge Alitalia situata nell’area partenze del Terminal 1 dell’aeroporto Leonardo da Vinci a Fiumicino è stata battezzata “Dolce Vita”.
Ora quella ‘Dolce Vita’, quando la metà degli italiani che volava sceglieva Alitalia, non c’è più e la crisi della compagnia, dopo i recenti casi di Almaviva e del trasloco a Milano di Sky, è destinata a impartire un altro duro colpo alla già vacillante economia locale. A rischio infatti non sono solo i dipendenti Alitalia ma anche i lavoratori e i fornitori che tra Roma, Ostia, Fiumicino e Ladispoli si occupano di catering, pulizia e altri servizi per la compagnia.
Al Da Vinci ogni giorno lavorano per Alitalia almeno 15mila persone, tutte residenti nel quadrante meridionale della capitale: la maggior parte hanno contratti stagionali e a tempo determinato e già nei prossimi giorni dovranno fare i conti con tagli di bilancio e stipendi.
La Cgil stima una perdita immediata di almeno 1200 posti di lavoro, soprattutto nei servizi. Ma questo potrebbe essere solo l’inizio: ogni aereo coinvolge da sei a otto persone oltre l’equipaggio e soprattutto ora che la compagnia ridurrà tutto ciò che potrà, il rischio di tagli occupazionali è ancora più grande. Ci sono aziende di medie proporzioni come GH services, specializzata nelle pulizie dei vettori, Lsg Skychef, nel catering, senza considerare cooperative e fornitori, che guardano con apprensione al futuro. Da Aprile poi i tecnici di Alitalia Maintenance Systems, che ripara i motori degli aerei, non potranno più contare sul sostegno dei sussidi statali.
Dagli amministratori locali per ora frasi di prammatica: “Siamo vicini ai lavoratori” ha detto la sindaca Raggi. “Si percorrano tutte le strade” auspica il Governatore Zingaretti. Ma intanto la crisi si fa già sentire e questo nonostante il traffico aereo al Da Vinci sia cresciuto nell’ultimo anno di oltre il 3%.
C’è poi un ulteriore curiosa ricaduta di questa vicenda e che riguarda Oltretevere. Sino ad ora infatti il Vaticano si è sempre servito di Alitalia per tutti i viaggi del Papa. Un rapporto privilegiato nato con Paolo VI. Ma il prossimo viaggio apostolico a Fatima, fissato nel giorno delle apparizioni mariane, il 13 maggio, potrebbe essere l’ ultimo volo di Francesco con un aeromobile Alitalia. Per le trasferte autunnali finora previste – il Sudan e la Colombia – si guarda già altrove. Sono sempre più lontani i tempi in cui la compagnia regalò a Papa Wojtyla per festeggiare il centesimo viaggio del suo Pontificato, un cappello con le ali d’oro da aviatore.
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