Nonostante il ponte vacanziero, nonostante l’antipartitismo imperante, nonostante gli echi del referendum di dicembre andato male, nonostante la scissione dalemiano/bersaniana, nonostante il gufismo mediatico (perché non chiamarlo così? E’ proprio gufismo ed è specialmente mediatico), nonostante le inchieste giudiziarie. Nonostante questo e forse qualcos’altro, le primarie del Pd vengono frequentate da quasi due milioni d’italiani, e Renzi non si limita a vincerle. Le stravince col 70 e rotti per cento di consensi. Verrebbe da dire, con un banale e però veritiero zic di francesismo: una macro (Macron) vittoria.
Dunque non è vero che la sua stella è tramontata, la sua epoca è finita, la sua narrazione si è conclusa. E’ vero il contrario. Renzi che si rialza dopo essere caduto dà conferma di rappresentare una leadership seguìta/apprezzata. C’era voglia di riscatto personale in lui, c’è identico desiderio collettivo da parte di quelli che l’hanno ricollocato alla guida dei democrats.
Dunque: bella prova di democrazia partecipata. Significativa affermazione d’una personalità popolare invece che populista. Rovinosa sconfitta della sinistra da fuoco amico, nemica d’ogni razionalismo politico. E dunque della credibilità.
Proprio un attestato di credibilità, da tradurre/declinare nel senso di fiducia, viene rilasciato dai votanti a Renzi. Ne hanno criticato, ma compreso gli errori. Ne hanno riconosciuto i meriti che aveva, e gli erano stati negati. Ne hanno ribadito il ruolo di sfidante della destra liberalconservatrice, dell’ultradestra sovranista, del grillismo avverso a ogni dialogo. A destra e a manca.
Renzi cancella l’idea d’essere un problema. Ribadisce l’ipotesi d’essere una risorsa. Ne ha bisogno il Paese, e non solo il Paese a lui favorevole. Anche il Paese a lui contrario. E’ una sottolineatura importante: se non sfuggirà al trionfatore, ovvero se egli saprà fare un uso responsabile del successo, ne vedremo presto i benefici. A proposito della legge elettorale, per esempio.
Infine una postilla che ci riguarda da vicino. Nella nuova segreteria del Pd e in collaterali organismi direttivi troveranno posto alcuni sindaci che stanno lavorando bene. Galimberti, assieme a Bonajuto di Ercolano e Falcomatà di Reggio Calabria, potrebbe ricevere la chiamata romano/fiorentina. Se gli chiederanno di dare una mano, ne porgerà due.
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