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Storia

TICINO E FASCISMO

FERNANDO COVA - 21/04/2017

cronacaIl giornale Cronaca Prealpina fu diretto, durante il periodo dell’occupazione di Varese, dal 12 settembre 1943 fino alla Liberazione da Angelo Luigi Arrigoni, giornalista milanese di 29 anni, vicedirettore della Scuola di mistica fascista, fondata da Niccolò Giani, già direttore dello stesso giornale nel 1938.

Giani fu un esaltatore, anche con alcuni suoi editoriali, della politica antisemita e razzista. Ma allo scoppio della guerra si arruolò negli alpini e andò a combattere sul fronte greco-albanese, dove morì nel 1941. Giani fu decorato con la Medaglia d’oro al valor militare.

Il sito del giornale La Prealpina così descrive questo periodo: “La responsabilità del giornale, in questo frangente, è affidata prima a Carlo Lari e poi al comasco Angelo Luigi Arrigoni, che la conserva sino al 25 aprile ’45, evitando quelle estremizzazioni che purtroppo furono comuni ad altri quotidiani…”.

Arrigoni, alla fine della guerra, fu processato e questo è il resoconto pubblicato sul numero 88 / 1946 di “L’educatore della Svizzera italiana: giornale pubblicato per cura della Società degli amici dell’educazione del popolo”. L’articolo si intitola “La nuova civiltà. Non dimenticare”.

“Il 27 febbraio, i giornali annunciarono che a Varese si era concluso il processo a carico di Angelo Luigi Arrigoni, direttore del noto giornale Cronaca Prealpina, noto per i suoi numerosi famigerati attacchi contro il Ticino e la Svizzera. È stato condannato a sette anni di prigione per propaganda a favore della Repubblica sociale italiana”.

Quale fosse la levatura della “Cronaca Prealpina” e di chi la dirigeva e scriveva risulta da un documento: uno dei mille. Scoppiata la guerra del 1939, l’Arrigoni (ma in questo periodo Arrigoni non ne era ancora il direttore) scriveva:

Ecco quella che era la volontà dei nostri nonni: l’Italia una e indipendente, dal Monte Bianco al Varo, dal Gottardo al Brennero e alle Dinariche, l’Italia compiuta di Corsica e Nizza e Savoia e Canton Ticino e Grigioni e Dalmazia e Malta. Tale la volontà dei nostri nonni, quando ancora l’Italia non era né una, né indipendente. Tale la voce dei nostri nonni non ancora soffocata dai bassi cori massonici e dalle alte strida ebraiche. Tale l’aspirazione del giovine Regno.

Invece.

Invece Barrère governò in Roma; Corsica rimase alla Francia, Nizza e Savoia ci furono strappate dalla Francia, Grigioni e Canton Ticino restarono con la Svizzera, Trentino, Alto Adige, Venezia Giulia, Istria e Dalmazia ancora patirono il giogo asburgico (sic), a Malta continuò a sventolare la bandiera inglese e per di più la Francia occupò la Tunisia.

Poi.

Poi nemmeno con settecentomila morti si riuscì a raggiungere i naturali termini del Regno. Francia, Inghilterra, Svizzera si sono conservate Tunisi, Corsica, Nizza, Savoia, Grigioni, Canton Ticino Malta e hanno imposto il giogo di Karageorgevich sulla Dalmazia. Ma per poco ancora.

Oggi è l’Impero di Roma. Oggi e l’Italia del Littorio. Oggi è la rivoluzione di Mussolini. Oggi non solo Tunisi. Corsica, Nizza, Savoia, Grigioni, Canton Ticino, Malta e Dalmazia ritorneranno all’Italia nuova e indipendente non solo, ma sarà anzi l’Impero di Roma a espandersi e a imporre le sua legge alla latinità e ai Balcani, in Africa, in Asia, per gli oceani: a creare la nuova civiltà.

“Rozzezza e stupidità! Stupidità e rozzezza! –commentava il giornale svizzero –. L’Impero del Cronico prealpino Arrigoni doveva espandersi e imporre la sua legge:

1) Al Ticino e ai Grigioni, naturalmente, benché non volessero saperne
2) Alla latinità (Francia, Spagna, Portogallo, Romania, America del Sud, ecc.?)
3) Ai Balcani
4) In Africa
5) In Asia
6) Negli Oceani …

E tutto ciò per creare la nuova Civiltà!

Non dimenticare che come il Cronico prealpino la pensavano milioni di italiani sviati. E che ciò che fu può ritornare … Non illudiamoci. “

Il periodo era questo. Queste le polemiche. Frasi esaltate dal fascismo da una parte. Ma anche disprezzo e “acredine” per tutti gli italiani dall’altra.

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