Sarà per quell’aria di primavera appena cominciata, per quell’atmosfera tiepida, piena di aspettative, per i cieli azzurri ma anche capricciosi, ma nella capitale Pasqua si sente più che in altre città.
Ci si arriva dopo la lunga quaresima. Seguendo la tradizione nata con papa Gregorio Magno ogni giorno i romani hanno celebrato una stazione in 46 chiese storiche. Tradizionalmente apre Santa Sabina all’Aventino dove il mercoledì delle Ceneri si reca il pontefice in carica e si conclude a San Giovanni in Laterano, cattedrale della diocesi, con la solenne liturgia della sera del sabato santo. Contemporanea a quella in San Pietro.
Le parrocchie si attrezzano. In molte di esse si consegnano ai bambini del catechismo piattini con germogli di grano da portare ai Sepolcri del Giovedì santo. I semi vengano coltivati e fatti crescere al buio, per simboleggiare il passaggio dalle tenebre alla luce della Resurrezione di Cristo. Il venerdì della quinta settimana di quaresima poi in molti quartieri di Roma si svolge alla sera la Via Crucis all’aperto. Quest’anno sono stati interessati Eur, Esquilino, Ostiense, Aurelio, largo Argentina e il centro.
L’appuntamento piu significativo si è svolto alla Garbatella, promosso dall’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII: la Via Crucis delle donne crocifisse. Un gesto di preghiera e condivisione contro la schiavitù sessuale che si ripete per la terza volta nella Capitale. “Abbiamo voluto lanciare un allarme – sottolinea don Aldo Buonaiuto coordinatore dell’iniziativa – che speriamo la politica e le realtà istituzionali possano cogliere e comprendere che stiamo parlando di persone che vengono mercificate, attraverso la tratta, che diventano oggetto di sfruttamento, che vengono vendute e comprate. Sembra che ci debbano essere donne pronte a mettere a disposizione il proprio corpo per soddisfare i bisogni perversi di tanti maschi italiani. Una vergogna”.
Gesto cui ha partecipato anche il ministro Lorenzin e che ha ricevuto l’appoggio convinto di Papa Francesco che più volte, ha detto: “Non chiamatele prostitute ma schiave della prostituzione”.
La storia cristiana di Roma (basti pensare alla Via Crucis al Colosseo) dal giovedì al sabato santo ci conduce per mano alla Pasqua. Nella basilica di Santa Prassede per esempio a due passi da Santa Maria Maggiore è custodita in una nicchia, aperta sia sulla cappella di san Zenone sia sulla navata destra, una colonna alta circa 63 cm e con un diametro che varia da 13 a 20 cm, alla quale si ritiene che Cristo sia stato legato per la flagellazione. Questa reliquia fu portata a Roma da Gerusalemme dal cardinale Giovanni Colonna nel 1223.
E come non ricordare Santa Croce di Gerusalemme dove sono esposti i chiodi e le spine della corona posta sul capo di Gesù. Furono collocate in una Chiesa fatta costruire da Sant’Elena, al suo ritorno da Gerusalemme. Nel 1931 i resti sacri furono poi trasferiti nell’attuale Cappella della Basilica dove ogni giorno decine di fedeli sostano e pregano in silenzio.
Storia, resti, fede: a Roma è piu facile percorrere la propria personale Via Crucis per gioire poi della luce della Resurrezione. Buona Pasqua!
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