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Opinioni

FESTIVAL DELL’IPOCRISIA

VINCENZO CIARAFFA - 14/04/2017

daspoA febbraio scorso il governo ha approvato un decreto che «… realizza un patto tra prefetto e sindaci per dare loro più strumenti, come i poteri di ordinanza». Ammesso e non concesso che la premessa del decreto significhi qualcosa, andiamo a vedere più nel dettaglio quali sono i poteri che il decreto denominato “DASPO Urbano” conferisce al sindaco. A chi deturpa zone di pregio artistico e/o storico, i sindaci possono infliggere una multa fino a 900 euro e il divieto di frequentarle per un periodo di almeno dodici mesi, estendibile fino a cinque anni a carico di chi abbia abusato di alcool e droga, esercitato la prostituzione “in modo ostentato”, o abbia fatto commercio abusivo e accattonaggio molesto. Fin qui siamo in piena orgia di vaghezza e ipocrisia, il perché tenteremo di spiegarlo più avanti.

Il Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, invece, grazie a questo decreto spera in un disegno di legge delega che le consentirebbe di ridurre le risorse umane e finanziarie senza incidere sulla capacità operativa delle Forze Armate. E qui, invece, siamo al ridicolo.

Parlavamo prima di “effetti speciali” perché il decreto in questione, aldilà del marketing politico non va, e non soltanto non risolve nessuno dei problemi affrontati ma addirittura li complica. Intanto per applicare il “DASPO Urbano” ai Comuni occorrono delle risorse che essi non hanno in abbondanza, prima tra tutte la Polizia Municipale: quando va bene, i Comuni al disotto dei 10.000 abitanti ne hanno in organico 4/5, qualcuno addirittura nessuno, perché grazie al patto di stabilità fino ad oggi non hanno potuto assumere il personale mancante. E, poi, sembra un po’ kafkiano l’entusiasmo che questo decreto ha suscitato in alcuni amministratori locali che, dopo anni d’ignavia e collateralismo, si sentono investiti del divino compito di ripulire le loro malmesse città, le stesse che essi avevano inconsapevolmente incentivato a sporcare…

Prendiamo Varese ad esempio: il 12 settembre del 2012 il vice sindaco, alcuni assessori e consiglieri comunali andarono ad imbiancare le pareti di alcuni sottopassi dove – come scrisse un giornale locale – «i giovani writers realizzeranno le proprie performance». Siccome certe cattive abitudini si sa dove iniziano e mai dove finiscono, fu come se i rappresentanti dell’ordine e della legalità, i curatori del pubblico decoro avessero invitato i cosiddetti writers a imbrattare la città che, invece, avrebbero dovuto per dovere istituzionale tener pulita e decorosa. Infatti, qualche mese dopo, cotanti artisti andarono a imbrattare anche il muro esterno della Basilica di San Vittore e altri luoghi. Nella circostanza, a cotanti, provvidi amministratori venne un’altra bella pensata: far ripulire i muri imbrattati ai negozianti di Varese. E meno male che viviamo in un ordinamento giuridico dove le responsabilità di un atto è personale e, pertanto, non “trasferibile” ad altri. Sarebbe anche interessante capire che senso abbia il proposito del governo di voler combattere il commercio abusivo e l’accattonaggio se poi è lo stesso governo che i commercianti abusivi e gli accattoni li va a prelevare nel Mediterraneo Orientale.

Dal decreto apprendiamo anche che il Ministro della Giustizia Andrea Orlando vuole creare 14 sezioni specializzate sul tema dell’immigrazione presso altrettanti tribunali. Ma il signor Ministro lo sa (e dovrebbe saperlo diamine!) quanti procedimenti penali sono pendenti in Italia a causa della mancanza di magistrati, cancellieri e impiegati? Una rinfrescatina gliela facciamo noi: nove milioni. Per quanto utili, le sezioni che ha in mente il Ministro non farebbero altro che intasare maggiormente i tribunali se non si procederà prima a rimpolparne le piante organiche. Ma questo neppure si può fare perché non ci sono i soldi.

E veniamo finalmente alla barzelletta del ministro della difesa, Pinotti, secondo la quale si possono ridurre «… le risorse umane e finanziarie senza incidere sulla capacità operativa delle Forze Armate». Non si è mai visto nella storia del mondo un esercito depauperato di uomini, soldi e mezzi mantenere una passabile efficienza operativa. E ciò in un momento in cui – piaccia o meno – si stanno per ridisegnare i nuovi blocchi militari per il governo del mondo.

Secondo noi l’unico effetto reale il DASPO Urbano lo produrrà, come al solito, su quei disgraziati d’immigrati che sfangano la vita vendendo qualche oggetto o chiedendo la carità. Il commercio va certamente regolamentato e chi lo esercita deve pagare le tasse, però qualcuno dovrebbe spiegarci perché prima li andiamo a “salvare” nel Mediterraneo Orientale e poi li vogliamo far morire di fame togliendogli quel che per loro è un lavoro, l’unico che possono fare in un Paese che non ha lavoro neppure per i suoi figli.

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