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Politica

IL “MIGLIOR AMICO”

MANIGLIO BOTTI - 07/04/2017

La diretta streaming tra Bersani ed il M5S dopo le elezioni 2013

La diretta streaming tra Bersani ed il M5S dopo le elezioni 2013

Forse era proprio Winston Churchill, durante la seconda guerra mondiale, uno dei principali sostenitori del detto secondo cui il nemico del tuo peggior nemico è il tuo miglior amico. Il leader britannico, poi, rinforzava questo concetto dicendo che se Hitler, per caso, fosse sceso nell’inferno per invaderlo, vi sarebbe sceso anche lui e avrebbe stretto un’alleanza con il diavolo. Pur di farlo fuori.

A questo è venuto da pensare qualche settimana fa, leggendo di Pierluigi Bersani, il quale ha sostenuto – o avrebbe sostenuto con un giro oscuro di parole, non è ancora ben definita la cosa – la necessità di parlare (o riparlare) con Beppe Grillo e con i suoi, che poi non sarebbero populisti o fascistoidi, ma – come diceva anni fa D’Alema della Lega – quasi una “costola della sinistra”. Dopo le elezioni prossime venture, ovviamente, che il M5S, a leggere i sondaggi, si appresta a vincere a mani basse. Allo scopo se non di allearsi, almeno di mettersi d’accordo.

Nei giorni successivi – in modi più o meno sfumati – si sono accomunati alle stravaganti proposte di Bersani anche Enrico Letta, cincinnato a Parigi, e l’irriducibile antagonista di Matteo Renzi (oltre a Andrea Orlando) alle primarie del Partito democratico, Michele Emiliano, “governatore” della regione Puglia, e già magistrato di lungo corso.

Il M5S ha risposto subito ai proponenti di future possibili alleanze, evidentemente pronti a stendersi sugli stuoini, come aveva già fatto con Bersani nella primavera del 2013, quando questi presidente del consiglio incaricato cercava di portarli a più miti consigli. Per tutti allora Beppe Grillo rispose a Bersani mandandolo a quel paese – in realtà disse una cosa diversa ma il significato era lo stesso – e l’identica cosa replicano oggi, quando i sondaggi li accreditano di un 32 virgola qualcosa per cento, con una marcia di avvicinamento verso il quaranta molto difficile ma non impossibile.

Tornando al nemico del tuo nemico, che può dunque diventare il migliore dei tuoi amici, viene ancora fatto di pensare che per Bersani, per Emiliano (e magari anche per l’enigmatico Letta), a questo punto, l’uomo da battere assolutamente non sia perciò Beppe Grillo o qualche suo emissario, e probabilmente nemmeno un logoro ma sempre ricco e affascinante Silvio Berlusconi, extrema ratio alleato ancora con Salvini o chissà, a destra, con i Fratelli d’Italia. Ma Matteo Renzi.

Proprio Matteo Renzi, fino a qualche tempo fa segretario generale del Pd, e quindi anche di Bersani prima della sua fuoruscita dal partito; Renzi il grande avversario – oltre che della destra e del centrodestra – di Beppe Grillo e dei suoi cosiddetti “populisti”.

Com’è già stato fatto notare, è difficile che l’attuale legge elettorale “rimaneggiata” dalla Corte costituzionale possa venire modificata. Quindi si prevede che il partito che conquisterà il quaranta per cento dei consensi avrà un congruo premio di maggioranza (alla Camera) che gli consentirà di governare. Ma anche questo evento, benché possibile, è difficile che si verifichi. E quindi, nonostante tutti i “va’ a quel paese” di Grillo se si vorrà avere un governo, più o meno decente, ma stabile, ci si dovrà per forza alleare con qualcuno. Il sistema “garantito” da una legge elettorale proporzionale non dà adito ad altre scappatoie. Pena il ricorso, a distanza di pochi mesi, di un nuovo voto.

Ed è quanto meno curioso e singolare, allora, che coloro i quali fino a pochi mesi fa erano ufficiali superiori (più o meno disciplinati, anzi indisciplinatissimi) del Pd, e dunque “nemici” di Grillo, oggi si annuncino disposti a mettere sulla bilancia il loro eventuale tre o quattro per cento non già per rimpolpare le file del loro precedente e naturale partito (sia o no guidato da Renzi) ma il partito-movimento di quello che era considerato il nemico numero 1. La ragione della manovra sarebbe quella di non fare (di nuovo) vincere la destra o il centrodestra. Ma questo sembra davvero un pretesto…

È naturale pensare invece, stando così le cose, che la politica e il futuro assetto del paese poco c’entrino con tutto ciò. Europa? Immigrazione? Disoccupaziome? Nuove politiche a favore del popolo italiano? Boh! La scissione e la “guerra” si confermano sempre di più dettate da ragioni personali piuttosto che altro. Per intanto è meglio sconfiggere Colui… Mettendosi insieme, se è il caso, anche con il Diavolo. E anche se questi (per adesso) non ne vuole sapere nulla. Ma poi si vedrà.

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