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PROVA DEL FUOCO

ETTORE PAGANI - 31/03/2017

Un sorteggio da streghe quello per la Juve contro quel Barcellona da considerarsi, come avversario, il meno auspicabile del gruppo.

Vita dura, quindi, ma non impossibile. Anzi, volendo, strafare così come chi scrive ha fatto relativamente al nostro campionato di questi ultimi anni dichiarando la sicura vittoria finale dei bianconeri prima dell’inizio anche stavolta giochiamo sul bianconero prima che la roulette cominci a girare.

Inutile sottolineare la differenza delle due situazioni. La mietitura di campioni effettuata da Marotta a cominciare dall’epoca Conte al via del campionato italiano la Juve si è sempre presentata come favorita finale magari non azzardando come titolare dello scudetto già prima di partire come qui si è fatto ma sicuramente con un pacco di titoli di buon investimento.

Ora di fronte ai blaugrana la situazione è diversa eppure ci permettiamo (senza ovviamente, pretese di vaticinio) di coltivare buone speranze sui colori della squadra italiana.

Non vorremmo solo che si commettesse l’errore di contare troppo sulla propria forza e qualità che si affrontassero gli spagnoli a viso aperto consentendo loro “di giocare”. Il Barcellona deve essere, nei limiti del possibile, minimizzato nella sua capacità e velocità di gioco. Non consentendo quella strepitosa manovra che gli è propria.

Meglio – nostro modesto avviso – bloccargli le iniziative sul nascere che affrontarli a viso aperto. Mourinho docet. Così ha fatto l’allenatore quando sedeva sulla panchina nerazzurra portandosi a casa un successo strepitoso in quel momento in cui il Barcellona appariva irrefrenabile, Mourinho non ha minimamente coltivato la possibilità di affrontarlo a viso aperto schierando una squadra guardinga, abbottonata come si suol dire, e mirando più a rompere ogni iniziativa avversaria che a costituire la propria.

È quello che – a parere modesto ma non troppo – e dovrà fare la Juve 2017.