La domanda oramai è diventata quasi un luogo comune: se cioè il giornalismo o, meglio, i giornali cartacei sopravvivranno alla “offensiva” dei giornali on line. Se cioè la comunicazione web sarà la “nuova” forma di comunicazione, soppiantandone una vecchia e superata, così come – anni fa – in termini di previsione funesta si diceva nei confronti della stampa quando cominciarono a diffondersi anche da noi due nuovi media, la radio prima e la televisione poi.
Anche (ma soprattutto) di questo s’è parlato qualche settimana fa nel salone della biblioteca di Castellanza in presenza di due giornalisti che operano prevalentemente nel sud del Varesotto: la giovane Lucia Landoni, corrispondente del sito on line di Repubblica e collaboratrice della Prealpina, e Francesco Sanfilippo, corrispondente del Corriere della Sera (sia il giornale cartaceo sia quello on line) dall’intera area del Basso Varesotto o Alto Milanese che dir si voglia.
Francesco Sanfilippo e Lucia Landoni, dopo essersi soffermati sulle odierne problematiche relative all’accesso alla professione giornalistica, che non può più prescindere da una diversificata e forse più complessa conoscenza dei mezzi tecnici in uso, hanno fatto intuire come i due fronti contrapposti del giornalismo cartaceo e di quello on line potrebbero integrarsi, anche se a tutt’oggi – esaminando anche i dati delle vendite dei giornali e dei “contatti” individuali ai siti web – sembra che il secondo abbia maggiori possibilità di prevalere sul primo.
Dal punto di vista della informazione diretta (per esempio quella che riguarda in senso stretto le notizie di cronaca nera: gravi incidenti della strada, rapine, omicidi e quant’altro), nulla sembra essere cambiato – spiegava Sanfilippo – rispetto a trent’anni fa, quando lui cominciò la carriera; stesso controllo metodico e costante delle fonti: ospedali, carabinieri, forze di polizia, vigili del fuoco… Anche se – e qui forse potrebbe stare la novità – pure per la “gestione” del giornale cartaceo si deve aggiungere il controllo dei diversi giornali on line, che coprono (e si copiano a vicenda) l’intero territorio, lasciando pochi spazi aperti. Insomma, quelli che una volta si chiamavano “buchi” – almeno per ciò che riguarda i fatti di nera –, ovvero notizie appannaggio di un solo giornale e magari di un solo giornalista più fortunato o meglio immanicato, è impossibile farne. Piuttosto oggi contano la rapidità e la continuità e la completezza, quest’ultima non esclusiva prerogativa del giornale on line.
Il quale ultimo, e qui è stato significativo l’intervento di Lucia Landoni, almeno per i suoi compiti, batte e con discreto successo altri terreni inesplorati dell’informazione: le notizie strane, originali, curiose che soprattutto nel pubblico giovane – quello che pare al momento maggiormente lontano dal prodotto giornalistico cartaceo – trovano ragioni di interesse e di coinvolgimento.
Lucia, parlava, a mo’ di esempio, di un fatto di cui s’è occupata di recente. Di un giovane rimasto affascinato e quasi folgorato dalla visione di una ragazza su un tram di Milano. Qualche giorno dopo, sostenuto dagli amici, il giovane tappezzava di volantini quella parte della città alla ricerca della ragazza misteriosa. Una storia molto bella (anche se, nei termini almeno della visione e dell’innamoramento o presunto tale, non modernissima). Una storia che prima è diventata un tormentone del giornale e oggi un libro.
E il libro è un prodotto cartaceo… Sta forse qui, in questa conclusione, la risposta alla domanda iniziale. Non tutte le notizie, e le storie della vita, si possono esaurire in poche ore o in qualche giorno. C’è sempre bisogno, forse, alla fine, di “stringere tra le mani” qualcosa di più concreto (un libro o, appunto, anche un giornale di carta che spesso si fa fatica a sfogliare ma che esiste) rispetto alla volalatilità e alla temporaneità del web. Le prospettive, dunque, ancora una volta, per chi vuole scrivere e raccontare storie che restino non sono poi del tutto negative. Basta darsi da fare, e adeguarsi un poco al mondo che corre.
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