Il nostro collaboratore Carlo Botti si trova impegnato in questi giorni, insieme con una delegazione di cui fanno parte anche esponenti dell’Onu, nelle operazioni di soccorso a Piura nel nord del Perù per conto della ong italiana Coopi (Coooperazione internazionale, di Milano, organizzazione fondata agli inizi degli anni Sessanta dal padre gesuita Vincenzo Barbieri). Il territorio di Piura è uno dei maggiormente colpiti dal devastante fenomeno atmosferico del “Niño costero”. Ecco il rapporto che Carlo ha scritto per Coopi. Le vittime – dopo il resoconto che risale all’ultima settimana di marzo – sono già intorno al centinaio. Ma i danni nel Paese sono incalcolabili.
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Provate a immaginare che siano in corso inondazioni, smottamenti del terreno, instabilità, frane e piogge torrenziali da Amsterdam fino a Roma. Provate a immaginare che questi fenomeni risalgano per la Croazia e arrivino fino a Monaco. Ecco questa è la situazione che sta affrontando in questo momento il Perú.
Dalla fine di gennaio si sta verificando il fenomeno del Niño Costero, ossia un innalzamento spropositato della temperatura delle acque dell’Oceano Pacifico concentrate nella zona costiera peruviana e ecuadoregna. Questo fenomeno comporta forti piogge e tormente che portano inondazioni, cedimenti del terreno e altre manifestazioni meteorologiche associate tra cui forti venti, grandinate, tormente elettriche e nevicate.
Negli ultimi giorni la situazione in Perú si é aggravata drasticamente e secondo gli ultimi dati forniti dalla protezione civile peruviana i danni causati sono i seguenti: 62 morti, 18.000 abitazioni distrutte e inabitabili, 119.000 abitazioni danneggiate, 7.000 ettari di coltivazioni perduti, 928 istituzioni educative deteriorate e 639.000 persone colpite in totale, direttamente e indirettamente.
A questi numeri purtroppo bisogna aggiungere il collasso del sistema fognario nelle regioni del nord più colpite, Piura e Lambayeque; piú di 62.000 persone con necessità di assistenza alimentare; diffusione di focolai della febbre dengue (dovuti al ristagno delle acque dove proliferano le zanzare portatrici della malattia) e di malattie diarroiche; e purtroppo anche aumento del tasso di criminalità.
In dodici regioni del Paese regioni è stato dichiarato lo stato d’emergenza che è stato poi esteso a vari distretti del dipartimento di Lima, una città di 9 milioni di persone, che si é ritrovata senz’acqua potabile in molti dei suoi quartieri e con cinque fiumi tenuti strettamente sotto controllo per il pericolo di un’imminente straripamento.
La risposta del governo, dei governi regionali, delle municipalità e delle ong, nazionali e internazionali, presenti sul campo è stata pressoché immediata, ma non è riuscita ad arginare l’impatto devastante del Niño costero. Specie per le condizioni degli ultimi giorni e per la particolare aggressione del fenomeno climatico.
Coopi sviluppa progetti di Drr (Disaster risk reduction) in Perú dal 2001, in differenti regioni. Fa parte della Rete umanitaria nazionale peruviana, che insieme, con la protezione civile peruviana, e l’appoggio dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Aiuti Umanitari (Ocha) sta coordinando e monitorando le azioni di risposta delle varie organizzazioni non governative sul territorio. Per intanto è stata programmata una missione multisettoriale in quattro regioni dello Stato, a cui COOPI prende parte.
In Perù Coopi sta realizzando un progetto, grazie al finanziamento del U.S. Office of foreign disaster assistance (Ofda/Usaid) e in consorzio con Care Perù e l’Istituto francese per la ricerca e lo sviluppo (Ird), nel distretto del Rimac (Lima), uno tra i quartieri piú colpiti, che ha come obiettivo principale il rafforzamento della resilienza, cioè della capacità di resistere agli “impatti” naturali, degli abitanti per fare fronte a questi danni provocati dalle grandi piogge. Dal 2014, per questo specifico progetto, sono state create opere di prevenzione, mitigazione e gestione del rischio di disastri.
Durante tutto il 2016 é stato sviluppato un progetto nella regione di Tumbes, a nord del Perú, sempre finanziato da Usaid, con l’obiettivo di rafforzare la preparazione e la coordinazione delle istituzioni locali per la risposta all’emergenza causata dal fenomeno del Niño.
In questi giorni di profonda crisi Coopi, grazie alla presenza sul campo e all’expertise dell’equipe locale, si è attivata e coordinata con la Municipalitá del Rimac per svolgere le seguenti attivitá: monitoraggio del fiume Rimac a rischio straripamento, acquisto e collocamento di sacchi di sabbia volti a deviare o a contenere il corso del fiume in caso di fuoriuscita, e previsione di evacuazione dei residenti.
Secondo quanto informa il Comitato multisettoriale di studio del fenomeno del Niño (Enfen), gli effetti del Niño costero si estenderanno fino a tutto il mese di aprile, ma – si pensa – con una intensità sempre minore.
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