È stata la grande novità delle elezioni comunali di Varese: la nascita di gruppi civici che raccogliessero un consenso al posto dei partiti, affaticati da un clima di sfiducia collettiva. I risultati elettorali, nel 2016, sono stati eccellenti e il consiglio comunale di oggi rispecchia il grande successo ottenuto, a giugno, dalle liste civiche di tutti gli schieramenti; complice anche il suicidio del Movimento 5 Stelle, partito destinato a raccogliere il voto contro la politica, ma escluso dai proprietari del marchio a causa di una faida interna tra due diverse correnti (una lotta ancora in corso).
I seggi conquistati a Palazzo Estense dai gruppi civici sono pesanti: la maggioranza di centrosinistra può contare infatti su due consiglieri della lista Varese 2.0, Valerio Crugnola ed Elena Baratelli, il vicesindaco Daniele Zanzi (leader del gruppo) e una associazione che supporta la lista civica attiva in città. Senza una ideologia predefinita, Varese 2.0 nasce sull’onda di una insoddisfazione per la mancanza di coinvolgimento che il centrodestra, nei suoi anni al governo di Varese, fece scontare ai cittadini. E ha preso forma, nel tempo, con alcune battaglie ambientaliste e contro il degrado, da cui emerse in maniera netta un certo scollamento tra la Lega Nord, Forza Italia e il loro tradizionale elettorato. Il gruppo civico nasce per protestare ma ha saputo trasformare la sua cultura, velocemente, in lealtà e proposta.
Si potrebbe eccepire che i consiglieri di Varese 2.0 sono stati finora “bulgari”, nel loro sostegno al sindaco Galimberti: molto attivi in commissione ma molto allineati alla prova del nove. Mai un voto che non fosse in linea. Fedele alla linea è anche il vicesindaco Zanzi, a cui tuttavia gli esponenti di maggioranza attribuiscono, vista dall’interno, una capacità politica, che non sospettavano, di trattare con gli alleati provvedimenti che stanno a cuore al suo gruppo senza creare fratture.
Interpretando questi fatti come negativi, il centrodestra polemizza spesso con Zanzi, lo accusa di essere stato un Masaniello prima e oggi, una volta conquistato il potere, di aver messo a tacere le sue battaglie storiche. Ma la politica è trattativa e in realtà non è vero che Varese 2.0 non stia ottenendo qualcosa.
Come si può non considerare, infatti, una conquista di Varese 2.0 la destinazione di 300mila euro per un festival dedicato al paesaggio in città? La più grande iniziativa culturale finanziata della giunta è praticamente allineata con il programma di Varese 2.0. La lista ha anche ottenuto che venisse stralciata la parte del Masterplan di Piazza Repubblica che Zanzi aveva duramente contestato, e cioè le costruzioni di edilizia privata sul colle di via Ravasi. Il programma culturale e urbanistico, ma anche quello della sicurezza, con l’ordinanza antibivacco in Piazza Repubblica, e la squadretta antidegrado, appaiono dei successi della lista Varese 2.0. Per successo intendiamo anche quello di egemonizzare il più possibile un programma di governo con idee fortemente civiche. I fatti sembrano dare ragione a Zanzi, che vota come un bulgaro del Patto di Varsavia, ma che intanto ha condizionato non poco il programma di giunta nonostante Varese 2.0 abbia solo il 3,9% dei voti.
Non vale lo stesso discorso per la lista civica Davide Galimberti, che esprime ben quattro consiglieri di maggioranza. Si tratta solo di un raggruppamento elettorale, almeno fino a questo momento, in cui i quattro seggi appaiono anche scollegati e disuniti tra loro. La lista è stata determinante in campagna elettorale per dare la spinta civica al sindaco, ma una volta iniziata l’amministrazione, non ha saputo fare un passo avanti e non si è data una sua struttura. Pochi mesi dopo l’elezione si è dimesso il consigliere Andrea Bortoluzzi. La lista non ha mai espresso una posizione autonoma ed è una riserva del sindaco. Il capogruppo Tommaso Piatti e Maria Paola Cocchiere sono i fedelissimi del sindaco. Gli altri due consiglieri sono invece più scapigliati. Gaetano Iannini ha già votato contro la maggioranza ed è un po’ insoddisfatto. Mauro Gregori è un battitore libero. Consigliere e blogger, ha una grande esposizione mediatica. Sembra più vicino a volte alla posizione della Lega Civica di Stefano Malerba, il presidente del consiglio comunale. Altre volte appare anarchico nei suoi interventi, come sul piano della sosta dove ha votato a favore in commissione e contrario in consiglio comunale. Non gli manca un certo egocentrismo politico, ma comunque con una connotazione civica di tutto rispetto.
Il gruppo Pd è preponderante, con tredici consiglieri, mentre ha un solo seggio e un assessore all’ambiente, Dino De Simone di Progetto Concittadino, lista civica di provenienza sinistra e ambientalista. Il consigliere Enzo Laforgia è uno dei fedelissimi nei voti alla maggioranza. La lista sta dimostrando un fermento interno e una partecipazione interessante. D’altronde è formata da persone che vivono da anni nell’alveo della sinistra associativa, tra Pd e dintorni: non è però riuscita, finora, a segnare una propria presenza caratterizzante.
Per dire, una battaglia civica, un tema che veramente ne abbia fatto percepire la necessità politica. “Ah se non ci fossero quelli di Progetto Concittadino…”. Ora il Comune farà partire nuove auto elettriche e altro, ma in sostanza i suoi temi non sono percepiti come strategici. Per ora.
Svoltando alle forze di minoranza, il gruppo civico di opposizione è quello della Lista Orrigoni. Si tratta di una lista nata per sostenere la candidatura del 2016 dell’imprenditore Paolo Orrigoni alla carica di sindaco e ha eletto quattro consiglieri. La lista sta dimostrando una sua autonomia di stampo moderato. È segnata dalla leadership di Orrigoni, imprenditore di successo e del suo collega di scranno Rinaldo Ballerio, a sua volta imprenditore di una azienda di grande successo come la Elmec. Il gruppo è coeso e sta esprimendo posizioni di collaborazione con l’amministrazione, anche se sul piano della sosta hanno polemizzato con Galimberti (che non ha accolto diverse proposte migliorative). Interessante il giovane Luca Boldetti, un ragazzo con un futuro politico. Molto attivo anche Valerio Vigoni, già vicino al partito dei pensionati.
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