È stato presentato sul sito Internet del Comune di Varese il progetto “Varese si muove”. La Giunta, con deliberazione n. 95 del 21 febbraio 2017 ha adottato la variante al Piano Urbano della mobilità (PUM) e al Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU), la modifica della perimetrazione delle zone a rilevanza urbanistica, dopo uno studio dell’assessorato ai Lavori Pubblici. La Giunta ha anche dato 20 giorni per fornire osservazioni a tutti coloro che volessero sindacare qualcosa ovvero proporre qualche nuovo progetto prima della decisione finale del Consiglio comunale.
Dando voce ad Amici della terra Varese, di cui sono presidente pro tempore, ho scritto così: “Abbiamo letto il progetto del Comune di Varese dal titolo “ Varese si muove “. Certamente sono stati fatti dei passi in avanti rispetto al passato dei quali non possiamo che compiacerci. Se in precedenza la Giunta comunale che ci aveva governato per vent’anni aveva approvato un piano della mobilità volto esclusivamente a fare in modo che il traffico veicolare potesse raggiungere il più velocemente possibile la destinazione prescelta dal guidatore, ora la nuova giunta ha mutato il proprio orientamento decidendo di ordinare il traffico caotico.
Lo studio alla base del nuovo piano fa comprendere come le autovetture immatricolate nella nostra città rappresentino un numero in eccesso rispetto agli altri capoluoghi lombardi. Questo numero eccessivo deve essere radicalmente ridotto il che dovrebbe portare il Comune ad aver una parte attiva di gestore di un servizio di Car sharing e Car pooling pubblico (che si è proposto al Comune di Varese di istituire presso la Azienda Varesina Trasporti); a redigere piani spostamento casa-lavoro; casa-scuola; a recitare un ruolo essenzialmente educativo nei confronti dei cittadini propri ma anche di quelli dei comuni limitrofi al capoluogo.
Di questa attività educativa lunga e appassionata aveva parlato il documento predisposto da ATS a proposito delle iniziative per combattere l’inquinamento che chiediamo ancora una volta di attuare. L’aggiornamento (datato 2017) di quel progetto è in un cassetto assessorile. Diamo, ora, al piano del Comune di Varese una piena sufficienza in considerazione del mutamento di cui si è detto. Facciamo presente come secondo noi in futuro sarebbe molto opportuno che la gestione della mobilità varesina non abbia a limitarsi solo a fotografare la situazione attuale, ma venga volta a limitare con forza il numero delle auto che entra all’interno della città.
Occorre rendere la circolazione complessa e non facilmente praticabile soprattutto per le autovetture a conduzione singola. Questo piano posteggi occorrerà venga presentato non singolarmente ma come una appendice di un piano complessivo sulla mobilità urbana del capoluogo. Per poter essere efficiente consigliamo che questo abbia a fondarsi soprattutto sul Car sharing e sul Car pooling (come recentemente fatto presso il Comune di Seveso), col coinvolgimento degli imprenditori privati e soprattutto dei mobility manager (quelli pubblici, quella delle scuole, quello delle aziende). Perché possa essere meglio compreso deve esserci anche la rete dei trasporti pubblici locali e una rete dei trasporti pubblici provinciali che passino per il capoluogo.
Varese deve insegnare al resto d’Italia una mobilità alternativa in grado di mettere al posto della macchina l’uomo. L’automobile deve utilizzarsi solo nel caso di stretta necessità e comunque solo in questa circostanza in modo individuale. Un piano del Comune di Varese è d’uopo coinvolga, senza alcuna timidezza e fin da subito, i comuni limitrofi al capoluogo, facendo in modo di distribuire agli stessi abbonamenti in grado di poter permettere ai cittadini non strettamente varesini di poter godere dei servizi che la città capoluogo offre, garantendo loro soluzioni per la migliore sosta in determinati momenti della settimana e non sempre secondo le esigenze del momento che prescindono da una pianificazione.
Pensiamo che vada benissimo mettere il parcheggio esterno gratuito con la possibilità, altrettanto gratuita, di prendere l’autobus. Pensiamo che sia opportuno consentire la sosta di un’autovettura in zona centrale qualora la stessa venga utilizzata da almeno 3 persone in un parcheggio pubblico(con verifica del numero dei passeggeri da parte del gestore di quest’ultimo); e che allo stesso modo, nello stesso parcheggio abbia il diritto di parcheggiare chi lasciasse l’auto elettrica presa attraverso il Car sharing pubblico; che sia permessa la sosta per un tempo di 30 minuti nelle zone centrali alle donne che aspettano un figlio.
Vanno infine dotati tutti i parcheggi di interscambio di una centralina di ricarica per le auto elettriche e si deve consentire sempre il pagamento della sosta con un’app tramite cellulare”.
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