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Attualità

LA RETE DELLE RIPICCHE

LUISA OPRANDI - 18/02/2012

Vendette e ripicche del terzo millennio corrono in rete (nella Rete). Un tempo erano le mascoline scazzottate in un prato o, nei casi meno dignitosi, un piagnucoloso “lo dico al mio papà” a cercare di pareggiare i conti tra contendenti. La cavalleresca tenzone ha piano piano perso anche i suoi tratti femminili meno nobili, come il sonoro schiaffo o la tirata di capelli alla rivale o l’omertà della calunnia fatta correre sottovoce di bocca in bocca con l’aiuto di amiche, vicine di casa, parenti più o meno lontane, comari di paese sempre pronte a fare da amplificatore naturale di maldicenze, maggiormente gradite se piccanti.

Scampoli di immagini di film d’autore o tratti nostrani di una quotidianità di provincia, vista magari da vicino in una casa di cortile o sentita nei colorati aneddoti dei racconti d’antan, riecheggiano nella mente e sembrano persino belli, quantomeno vivi rispetto alla tristezza del contingente. Eh sì, viene quasi da rimpiangere una lotta coi calzoni corti nel polveroso campo sterrato di un rione ora che il terreno di confronto è la rete. “Metto le tue foto su you tube” è il nuovo modo di rivendicare diritti, sottomettere l’antagonista, porre “l’altro sul chi va là”. Momenti di amicizia e confidenze assurgono allora improvvisi al ruolo compromissorio di strumenti di vendetta, derisione e umiliazione pubblica.

Sono queste le forme esasperate dei rapporti umani giocati sempre più in solitudine, dietro un display e magari anche un nickname. Un mondo che molti giovani credono così libero da essere privo di regole e norme, soprattutto etiche. Un mondo nel quale ragazzi giovanissimi ed adolescenti si tuffano in ogni momento, al punto da sentirsi privi dell’aria da respirare se “manca la connessione” o “il cellulare non prende”.

La scuola può quindi diventare anche luogo di informazione e formazione, per aiutare i ragazzi ad acquisire consapevolezza della forza propositiva ma, al tempo stesso, dei rischi dei moderni sistemi di comunicazione.

Che il problema sia reale e vada affrontato con interventi mirati e continui è dimostrato dal fatto che qualche giorno fa la Comunità europea, in collaborazione con la Polizia Postale, ha organizzato in contemporanea sul territorio nazionale, in almeno una scuola superiore per provincia, il progetto “Internet Safer Day”, allo scopo di informare i giovani sul corretto uso della rete, del web, di facebook, di twitter, youtube e dei sistemi multimediali.

Per la città di Varese l’intervento è stato tenuto presso il Liceo Linguistico Manzoni dal Sovraintendente Daniele Sarto della Polizia Postale che ha incontrato gli alunni delle classi prime, i più giovani studenti dell’istituto di via Brunico, che fonda la propria progettazione didattica proprio sulla comunicazione, sulla sua valenza sociale e culturale e sul suo ruolo fondamentale nella crescita di comunità inclusive e accoglienti.

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