A partire da lunedì sera 27 marzo e fino a giovedì il Salone Estense sarà teatro di una lunga maratona amministrativa che si concluderà con l’approvazione del bilancio. In precedenza si accenderanno di sicuro le polveri su temi scottanti e divisivi come il Piano della sosta proposto dall’assessorato ai lavori pubblici, le relative tariffe dei parcheggi, i nuovi discutibili canoni ipotizzati per i tavoli esterni di ristoranti, pizzerie, bar. È però fin troppo facile e scontato prevedere che si parlerà anche di degrado, desertificazione commerciale del centro, illuminazione, asfaltature, marciapiedi e tombini, in definitiva di quella manutenzione ordinaria e straordinaria che da troppi decenni è la grande assente dalla scena amministrativa cittadina.
Chi ha diretto l’orchestra fino a ieri lancia pietre mediatiche un giorno sì e l’altro ancora sulla giunta Galimberti accusandola di non fare quello che essi stessi non hanno fatto o hanno fatto solo parzialmente in un passato lungo 23 anni. Il più attivo sotto questo profilo è il coordinatore di Forza Italia Roberto Leonardi che spara alzo zero sulla giunta e addirittura si supera allorché, in tema di illuminazione e pulizia urbana, fa un’affermazione incredibile: “Varese è sempre più sporca e buia”. Un totale acrobatico rigiro della frittata amministrativa perché se è vero che sul piano della pulizia non si sono visti fin ora cambiamenti esaltanti ma neppure peggioramenti (Aspem non brillava e non brilla) è altrettanto vero che in alcuni brani del centro si sono riaccesi qualche lampada e qualche lampione, niente di trascendentale per carità ma i portici di via Volta, via Dazio Vecchio, largo Edgardo Sogno, il retro del Teatro, Galleria Manzoni, il famigerato passaggio tra via Carrobbio e largo Ragazzi del ’99 sono usciti dal buio.
Interventi di pronto soccorso elettrico peraltro disattesi per anni. Un semplice rammendo in un sistema ormai obsoleto e decotto. Per rimetterlo a nuovo ci vorranno anni visto che il progetto messo a punto dalla giunta Fontana è diventato esecutivo solo nel dicembre scorso. La differenza è che in attesa del nuovo impianto, diversamente di quanto accadeva prima, si rattoppa al meglio il vecchio affinché si eviti l’avvilente situazione di avere lampioni accesi di giorno e spenti viceversa di notte come purtroppo ancora capita in diverse strade e quartieri, un brand davvero poco invidiabile.
Altra scoperta dell’acqua calda è quella delle aree dismesse e degradate dove addirittura le accuse di molti esponenti dell’opposizione affondano nel ridicolo. Le stazioni, l’ex area Ina lungo le vie Casula e Adamoli, alcuni pezzi di Giubiano, frammenti di viale Belforte con l’ex macello civico in triste evidenza, via Bainsizza, le vie Merini e Cairoli sono tumori urbani presenti da molti anni nel tessuto cittadino. Non sono spuntati dal nulla il 16 giugno 2016 con lo sfratto del centrodestra dal Comune. Si tratta di una mala pianta cui nessuno ha prestato finora la dovuta attenzione. Uno dei suoi rami più discussi, la sede ex Enel di viale Belforte, è stato finalmente ripulito e messo al riparo da vandali e occupatori. Gli altri vanno curati al più presto come ha chiesto di recente Francesco Marcello, leader del circolo Destra italiana, dopo una rituale visita in zona precisando però alla Prealpina che “si tratta di realtà che non imputiamo all’attuale giunta Galimberti, visto che le situazioni sono incancrenite da anni, ma sollecitiamo un intervento anche veloce”. Un distinguo non da poco rispetto alle smemoratezze strumentali di Forza Italia e Lega.
Certo le criticità sono molte sia a breve che a lunga scadenza: l’oggi delle sin qui neglette manutenzioni e il domani dei progetti strategici come la riqualificazione delle stazioni, la controversa sistemazione di Piazza Repubblica e della ex caserma Garibaldi, il rilancio, già in atto, del Sacro Monte. Sulla storia recente dell’edificio militare ha fornito, sul numero scorso di RMFonline, un contributo illuminante Rocco Cordì, già consigliere comunale d’opposizione di lungo corso.
Tuttavia a ben guardare nell’immediato la vera questione di fondo resta la scarsa qualità urbana complessiva della città bisognosa di attenzione, di manutenzioni qualificate capaci di suturare o quanto meno mitigare guasti e ferite indotte da una crescita urbana casuale e miope subalterna alle logiche della speculazione edilizia e dell’autodipendenza a tutti i costi.
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