Gentile Direttore
Leggiamo, attraverso i media e i social, della scelta di rimandare la festa cittadina dei carri e del nutrito programma di ballerine brasiliane per le vie della città, a sabato 11 marzo, causa annunciato maltempo.
Varese quindi, in piena quaresima, darà vita a una “enclave cronologica” che lascia oltremodo stupiti, in quanto ribalta il significato del Carnevale stesso, mancando contemporaneamente di rispetto alla tradizione religiosa osservata da moltissimi cittadini.
La sfilata per le vie del centro prevedeva (come abbiamo potuto sapere dalle informazioni fornite nelle parrocchie cittadine) anche la partecipazione di carri allegorici costruiti dai giovani degli oratori. Anche nei loro confronti il rispetto viene sicuramente a cadere, dal momento che la macchina organizzativa, che procederà comunque in periodo quaresimale, è come se escludesse, a priori, la partecipazione di coloro che dovessero scegliere, sulla base dei valori che proprio negli oratori si trasmettono, di non essere presenti il prossimo sabato.
Siamo consapevoli che l’impegno organizzativo è stato consistente e probabilmente lo è anche quello economico. Ma non è di certo la prima volta che a Varese piove nel mese di marzo o durante il sabato di carnevale. Né è la prima volta che impegni all’aperto debbano essere sospesi a causa di avverse condizioni meteorologiche.
Il fatto che si decida di spostare la sfilata di Carnevale però non può poggiare solo su ragioni pratiche: infatti la festa ha ragione di essere, per tradizione che si perde nella storia dei tempi e che è tale ad ogni latitudine, come momento di giovialità e goliardìa prima dell’inizio della quaresima. Il Carnevale in altro momento non è Carnevale.
Da fermi sostenitori inoltre del rispetto di ogni fede religiosa e di ogni cultura, riteniamo che non avere cura della tradizione cattolica sia un modo per non essere “amministratori di tutti”.
Come consiglieri comunali che hanno fortemente sostenuto la possibilità di avere un governo di centrosinistra alla guida della città, come persone impegnate a vari livelli nella vita sociale, culturale, associativa della nostra comunità civile consideriamo tale scelta lontana dai valori di rispettoso pluralismo e di amore per la cultura del territorio, ai quali facciamo riferimento.
Cordialmente
Luisa Oprandi e Fabrizio Mirabelli, Consiglieri comunali PD
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