Ora che si torna a parlare di parcheggi, in virtù del piano comunale della sosta, sarebbe il caso di ripescare dai fondali del dibattito politico l’argomento Prima Cappella. Cassato (applausi) l’improponibile bunker sul curvone che s’affaccia verso l’Immacolata, appaiono indispensabili efficaci alternative, perché al Sacro Monte non ci si può andare solo in autobus o in autobus più funicolare. Ci si deve poter andare anche con la macchina. In un certo modo e fino a un certo punto, questo lo capisce chiunque. Ma eliminare la possibilità è sbagliato, e anche questo sembra (dovrebbe sembrare) chiaro a chiunque.
Dunque, che si fa? Semplice, a una visione ingenua/naif: si ridà voce agli echi spentisi dopo la campagna elettorale. Il più circolante e ascoltato raccontava dell’ipotesi di costruire un multipiano, assolutamente rispettoso dell’ambiente, in piazzale Montanari, dove si fermano i pullman, di fronte alla galleria che apre la “bretella” di milletrecento metri verso la stazione della funicolare.
Ok. A che punto siamo con l’eventuale (eventuale sì: meglio essere prudenti) attuazione del felice proposito? E per dirla più precisamente: è solo (1) un proposito o (2) un’idea dal contorno già preciso o perfino (3) un progetto in itinere? Nell’eventuale esistenza del caso 3, vi si stanno impegnando risorse intellettuali/tecniche o solo un propedeutico chiacchiericcio? Data rassicurazione sulla conferma del piano d’intervento, ci s’ingegna a finanziarlo come? Oppure e infine: l’ipotesi è stata scartata, magari solo momentaneamente, e se ne valutano altre? O Invece nessuna, e chi vivrà vedrà?
Sarebbe opportuna qualche risposta concreta e rapida ai varesini innamorati della varesinità. Illustri firme – una per tutte: Ovidio Cazzola – hanno per anni sostenuto la soluzione Montanari dalle pagine di RMFonline. Si erano fatti il concetto, e l’han mantenuto, che rendere meglio visitabile, vivibile, apprezzabile il Sacro Monte non significa fare a pugni con la modernità. Vuol dire coabitarvi. Usare realismo e sapienza. Favorire, in un luogo destinato principalmente alla preghiera, l’afflusso dei pellegrini/visitatori anziché disincentivarlo, ricordato che non sempre le loro condizioni di salute si sposano con la pulsione all’arrampicata.
Dunque: il traffico privato non è il diavolo, se si comprende qual è l’esorcismo con cui tenerlo a bada. Nello specifico, un posteggio di ragionevole capienza, su un’area presuntivamente acquistabile a prezzo modico, in un sito periferico/nascosto della montagna, tramite lavori di evidente semplicità e prevedibili tempi brevi, in una dislocazione da cui appare comodo proseguire con mezzi pubblici (o a piedi, per chi può) verso la cima del patrimonio Unesco.
Si obietterà che sì, state calmi, spegnete i motori, il problema complessivo della mobilità Sacro Monte-Campo dei fiori risulta benissimo attenzionato, le soluzioni sono allo studio, non passeranno molti amen, recitati nei rosari sull’acciottolato seicentesco, che le belle sorprese brilleranno all’occhio bosino. Perfetto. L’occhio è aperto e la vista spasima per spaziare sulle magnifiche e progressive/progressiste sorti del nostro tesoro di paesaggio, natura, arte e storia più caro. Fatecelo correre (l’occhio) sul riformato orizzonte promesso (il tesoro).
Nelle foto: l’area sotto piazzale Montanari utilizzabile per un parcheggio multipiano
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