I cigolanti battenti dell’ippodromo varesino sono in fase di chiusura stagionale. Si fa per dire chiusura perché in realtà gli ingressi rimarranno liberi per l’accesso ai frequentatori della sala giochi all’interno dell’impianto, aperti ai giocatori, insomma, che mai come ora, in periodo, cioè, di crisi dell’ippica costituiscono materiale prezioso, un materiale che per quanto riguarda le Bettole si è meritato una discreta lode – anche se, ovviamente, senza esaltazioni – consentendo alla “Varesina” di chiudere con un -1% rispetto allo scorso anno, appetibile al punto da potersi annoverare tra i bilanci “meno peggio” del panorama ippico nazionale. E ciò non sarebbe neppure il caso di precisarlo vista la notorietà della generalmente disgraziata situazione.
Dunque non male il gioco rispetto allo scarso pubblico totale già piuttosto reticente alle presenze a uno spettacolo di gran lunga inferiore a quello dei tempi andati. E tutto questo anche se lo spettacolo sia pure con le purtroppo dovute riduzioni ha discretamente retto.
Nelle sei corse giornaliere distribuite nelle giornate dell’intera riunione si è avuta una media di presenze di 5/6 cavalli per corsa. Dunque, anche stavolta la barca è andata in porto merito non certo della benché minima attenzione degli organi nazionali quanto della volontà dell’ippica locale di restare a galla anche se alla riuscita in fatto di pubblico non ha, certo, giovato la decisione di fare pagare, almeno per un certo periodo della riunione, il biglietto di ingresso.
Barca in porto, ma non si ringrazia nessuno se non l’impegno strenuo (l’aggettivo non è esagerato) di chi è ai remi del vascello locale e della grande passione (pensatissima in fatto di costi) di tutti gli addetti ai lavori e soprattutto dei proprietari che si rifiutano ostinatamente di appendere a un chiodo le loro giubbe ed i loro meravigliosi colori.
You must be logged in to post a comment Login