Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Zic & Zac

L’INIZIO DELLA FINE

MARCO ZACCHERA - 17/02/2017

macerieCaro nipote,

mi hai chiesto come mai in quegli anni – era prima del 2020 – l’Italia si perse come nazione e finì per essere solo una regione periferica della confederazione tedesca, l’attuale “Italien”, appunto.

Erano anni in cui la allora neonata Unione Europea sembrava decollare ma che si presto si impantanò e si spense soprattutto per i problemi legati alla sua nuova moneta unica che alla fine non riuscì più a far convivere situazioni economiche troppo diverse.

Mentre i paesi importanti ne assunsero infatti il vero controllo, a rimetterci furono quelle nazioni allora più deboli che – uscendone – prima svalutarono la propria moneta ma alla fine, quando un chilo di pane costava milioni di newlire ed il cambio era fissato tre volte al giorno, fallirono per il loro immenso debito pubblico ed uscirono così dal gruppo dalle aree più importanti d’Europa.

Ma la vera natura della crisi fu essenzialmente politica: erano anni di vera anarchia con i giudici che facevano i politici, i politici che non sapevano governare tanto che le leggi erano sempre mal scritte, di dubbia comprensione e perennemente contestate con una sostanziale incapacità a scegliere qualcuno di valore da mettere alla guida al paese.

Cambiando infinite volte il sistema elettorale – che ogni pochi anni veniva puntualmente dichiarato incostituzionale – si arrivò ad una sorta di babele continua nella quale i parlamentari non erano più eletti ma nominati direttamente dai singoli partiti.

“Onorevoli” che passavano però con disinvoltura dalla maggioranza all’opposizione (e viceversa) scatenando un generale disgusto dei cittadini che progressivamente si astennero dall’andare a votare.

Quei pochi che comunque votavano lo facevano soprattutto per disperazione, opponendosi logicamente al governo in carica.

Una maggioranza stabile non nasceva mai soprattutto perché – dei tre gruppi in campo ovvero i “liberals”, i progressisti e i rivoluzionari che avevano forze quasi uguali tra loro – se due si univano per governare subito qualche scontento interno passava all’opposizione che così si ritrovava ed essere maggioranza e il governo puntualmente cadeva.

Nessuno prendeva decisioni impopolari che venivano rinviate al successivo governo e prima delle solite dimissioni restava giusto il tempo di sistemare parenti ed amici ovviamente aumentando il deficit dello stato che alla fine implose.

Erano anni in cui le inchieste giudiziarie si moltiplicavano e diventavano vere e proprie crociate elettorali tanto che appena un sindaco o un ministro superava un avversario, puntuali si aprivano dossier su di lui intercettandolo anche nei momenti più intimi e i cui piccanti contenuti erano prontamente diffusi al pubblico, goloso di particolari piccanti.

Si scoprì addirittura che le intercettazioni erano precedenti alle nomine, che esistevano vere e proprie agenzie specializzate nel ramo e che tutti si intercettavano a vicenda tanto che così nessuno poteva uscire indenne dagli scandali.

Fu il periodo della “Repubblica dei Giudici” che però poi – essendo anche loro nominati dai partiti (di solito da quelli dei governi precedenti a quello in carica) – incominciarono ad intercettarsi quotidianamente tra loro e così anche il loro potere si incrinò. 

Sostanzialmente il paese era quindi in tilt: il timore di essere coinvolti in scandali impediva di decidere, per evitarli si moltiplicavano i controlli formali e le ordinanze – esattamente come avveniva quattro secoli prima durante l’occupazione spagnola della penisola – ma così la burocrazia (che a parole tutti volevano ridurre) in realtà si gonfiava, assorbiva sempre più risorse e soprattutto impediva ogni cambiamento.

I grandi poteri finanziari che già allora cominciavano a controllare tutto il mondo – pur considerando l’Italien come una piccola pedina nello scacchiere mondiale – avevano già comprato a basso prezzo tutto quello che c’era di buono, dalle squadre di calcio al suo sistema bancario e industriale. Per farsi pagare i crediti cominciarono poi anche a smontare i monumenti da rivendere all’estero insieme alle opere d’arte, ovvero quelle poche cose che non potevano essere prodotte e copiate in Cina, l’unico paese allora in grande sviluppo economico e che proprio per evitare concorrenti fu la prima ad opporsi ad una vera integrazione europea che avrebbe potuto infastidirla.

Vero che – pur puro autolesionismo – la stessa Europa prima cancellò ed abiurò alle sue radici etiche e religiose, poi dimenticò i principi che l’avevano portata ad esportare la democrazia nel mondo e infine si vendette economicamente proprio ai cinesi e alla grande finanza internazionale, per definizione anonima e senza volto.

Fu il definitivo inizio della fine, caro nipote, quella crisi inarrestabile (come sai i tedeschi amministrano ora l’Italien solo per procura, non si sa bene di chi) che ci portò a quella desolata situazione che vedi e vivi tuttora.

 

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login