La toponomastica studia i nomi dei luoghi sia dal punto di vista storico sia geografico. Ma non è una disciplina neutra: i nomi di paesi e città, le indicazioni sulle mappe, le persone cui vengono intitolate strade e piazze sono qualcosa di più dello strumento necessario per distinguere una via da un’altra, più di un indirizzo sulla carta di identità: sono la rete dei riferimenti culturali che creano la nostra cultura, la nostra identità di cittadini.
Una via a Calogero Marrone è un’occasione per rafforzare la memoria e prendere contatto con le storie di chi ha onorato Varese, è un segno tangibile della società civile che vuole ricordare un cittadino illustre, un uomo ribellatosi alla schiavitù morale e materiale del fascismo.
Il cartello di una via svolge la medesima funzione delle pietre d’inciampo di cui si stanno dotando alcune città: il nome che vi è riportato sarà letto più e più volte, e tante volte scritto, e, per chi ancora non lo sapesse, una piccola lezione sul valore della frase “Giusto tra le Nazioni”, onorificenza, a mio parere, tra le più nobili che un uomo del Novecento possa aver ricevuto..
Un Giusto tra le Nazioni è un eroe. Ancora oggi abbiamo bisogno di eroi, di persone che diano buoni esempi. Che non sono, necessariamente, le imprese mirabolanti concesse a pochi. Gli eroi di cui sentiamo la necessità sono quelli del quotidiano, persone capaci di stare dalla parte giusta, di aiutare senza altra ricompensa che l’aver dato un contributo al proprio paese.
Ma chi è un eroe?
Il dizionario ci offre tre risposte: eroe era considerato presso gli antichi l’uomo nato da un divinità e da una creatura mortale; poi il nome è stato attribuito a uomini illustri per straordinario coraggio o per imprese belliche di grande valore. Infine, eroe come Marrone è un uomo di grande abnegazione, che dà prova di dedizione assoluta alla virtù e al dovere. Da oggi Marrone viene considerato da Varese, sua città di adozione, un eroe necessario al tessuto culturale del territorio.
Il nome di una via ha un alto valore simbolico: crea un legame con il passato e si proietta nel futuro di chi vivrà questa città e “in” questa città nei decenni a venire.
Qui, dove gli è stata riconosciuta una via, Calogero Marrone si trova in buona compagnia, finalmente sottratto alla solitudine della piccola area verde che lo ha custodito, quasi in segreto, nel cuore di Biumo Inferiore.
Collocato a Casbeno, non è lontano dalla via dedicata a Francesco Daverio, varesino che combatté con Garibaldi a Morazzone e a Luino. Sta a poche decine di metri da piazza Libertà, da via XXV Aprile, dalle vie Copelli, Ghiringhelli e Trentini, che ricordano i tre giovani martiri delle Bettole, onorati ad ogni commemorazione dell’Ottobre di Sangue. Si ricollega in linea d’aria con la via Leopoldo Gasparotto, coraggioso partigiano milanese. Dunque, in buona compagnia dei numerosi uomini inseriti nella toponomastica della Varese liberata dal fascismo.
Il primo Consiglio comunale dopo il 25 aprile del 1945 si riunì il 28 dello stesso mese. Deliberò di sopprimere le denominazioni delle vie e delle piazze che ricordavano il passato regime, sostituendole con quelle che oggi scorrono sopra le nostre automobili in corsa e che consideriamo solo se camminiamo tranquilli a piedi e possiamo alzare lo sguardo. Quello stesso giorno il Consiglio comunale revocò la sospensione dalle funzioni di capo dell’Ufficio Anagrafe di Calogero Marrone, che era stata disposta il 3 dicembre 1945 dal Podestà per ordine del Comando tedesco.
Intestandogli una via abbiamo potuto parlare a lungo di lui, di Calogero Marrone: sia nell’associazione Anpi, che ha spinto perché venisse reperito un spazio di maggiore visibilità, sia nel Consiglio Comunale e nelle sedute di Giunta, oltre che sulla stampa locale.
Nel Giorno della Memoria al Cinema Teatro Nuovo di Varese 450 studenti hanno assistito allo spettacolo dal titolo “Calogero Marrone, un eroe dimenticato”. Le dolorose vicende della famiglia Marrone, messe in scena da un gruppo teatrale composto anche da numerosi giovani dilettanti, sono state replicate la sera dello stesso giorno per la popolazione adulta: più di cento cittadini hanno affollato il Salone René Vanetti di Belforte.
Tutto questo si conclude in questa prima tappa: 28 gennaio 2017.
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