Forse nascerà la Cosa di sinistra, dalemiano-bersaniana e chissà con quale altro profilo partecipativo. Forse. Di sicuro Renzi ha già archiviato la pratica. Non gliene importa nulla e guarda ad altri e ad altro. Mentre Baffino minacciava scissioni, l’uomo della “mucca in corridoio” non le escludeva, e dal tandem veniva pronosticato il 10 per cento di consenso al futuro partito scissionista, il segretario del Pd stringeva riservati accordi col fuoco nemico. E al diavolo quello amico.
Il fuoco nemico sono Grillo, Salvini e Meloni. Potrebbe aggiungervisi Berlusconi, obtorto collo. L’intesa riguarda la legge elettorale e la scadenza del voto. In sostanza: correzione del Consultellum ora in vigore per il Senato equiparandolo all’Italicum della Camera, modificato (via il ballottaggio) dalla Corte costituzionale. Il presidente della Repubblica chiedeva armonizzazione dei due sistemi, e armonizzazione avrà. Si comincia a discuterne alla fine di questo mese, si finirà entro quella di marzo. Poi alle urne. Quando? Quasi certamente a giugno. Allora, ognuno per sé secondo la regola proporzionalista, ma possibilità di formare listoni per conquistare il 40 per cento necessario a vincere e portare a casa il premio di maggioranza. Nell’ipotesi probabile/scontata di fallimento dell’obiettivo, disco verde alla creazione d’intese post-consultazione degl’italiani, così da creare una base parlamentare di sostegno al possibile governo.
Trattasi d’un remake della Prima Repubblica, con tutta evidenza. Un male assoluto o no? Boh. Peggio di com’è andata negli ultimi anni, è però difficile che vada nei prossimi. Si vedrà chi si alleerà con chi, a verdetto conosciuto. Il Pd con il centrodestra o una sua parte (Forza Italia), il centrodestra con il Movimento 5 Stelle, Salvini con Grillo, quest’ultimo con i Democrats o quanto rimarrà di loro? Nessuna previsione sembra autorizzabile. La seguente invece sì: l’eventuale spaccatura del Pd, con gli ex comunisti che se ne vanno e gli ex democristiani che rimangono, potrebbe favorire Renzi anziché svantaggiarlo. Cadrà l’obiezione che ha finora trattenuto tanti moderati dal votare Pd: troppo odore di vecchia sinistra. Crescerà in parallelo la tentazione di dar credito all’ex premier come epigono del rassicurante Scudocrociato, portandogli in dote voti conservatori. Ne apparirà stravolta la carta genetica dell’originario Pd? Possibile. Ma che cosa non appare stravolto, nella contemporaneità che sta abbattendo qualunque certezza del passato, disancorandola dal sentimento individuale/collettivo?
I fatti diranno da che parte sta la ragione. Se dalla parte di quelli che considerano la mossa di Renzi costitutiva di un pericoloso “asse dell’avventura” o se dalla parte di quelli che la ritengono un’astuta “mossa del cavallo”: procedere in avanti sulla scacchiera politica per “mangiare” a destra. L’unico modo rimasto alla sinistra (o ex sinistra) non solo per provare a vincere, ma per cercare di non morire. Se ne dovrebbe fare una ragione l’emerito Napolitano, subito dettosi risolutamente contrario all’anticipo elettorale.
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