Presto Varese rimedierà al silenzio, lungo anni, che ha circondato la figura di Calogero Marrone, capo ufficio dell’Anagrafe varesina negli anni del fascismo e della seconda guerra mondiale, morto nel lager di Dachau per mano nazista. Perché il 28 gennaio prossimo gli verrà dedicata una via cittadina a Casbeno, in un luogo che tra qualche mese sarà molto frequentato, cioè quando saranno ultimati i lavori per l’apertura di un ampio parcheggio alle spalle della stazione delle Ferrovie Nord.
Lo sappiamo: non bastano una via, o una piazza, o una targa, per cancellare dal sostantivo “eroe” l’aggettivo “dimenticato”, come sta scritto nel titolo di una biografia di Marrone curata dai giornalisti Giannantoni e Paolucci.
Ma le cose possono cambiare: se la futura via Marrone diventerà una tappa del costruendo Percorso della Memoria, in preparazione a cura di Anpi Varese e dell’Amministrazione Comunale; un tabellone, vicino al cartello della via, riporterà il racconto delle fasi salienti della vita di un uomo insignito da Israele dell’onorificenza di “Giusto tra le Nazioni”.
Le cose cambiano se 450 giovani studenti di Varese e dintorni hanno prenotato un posto al Cinema Nuovo di Varese per il prossimo 27 gennaio, Giornata della Memoria, dove assisteranno allo spettacolo che narra la vicenda umana di Calogero Marrone, arrestato, torturato e ucciso perché forniva falsi documenti agli ebrei in cerca di salvezza nella vicina Svizzera.
Si potrà rimediare se la cittadinanza varesina apprezzerà lo spettacolo, lo stesso offerto alle scuole e replicato alla sera presso la Cooperativa di viale Belforte. La regista Silvia Sartorio, già autrice di una tesi di storia sull’accoglienza degli ebrei in Canton Ticino, ha ricostruito alcuni momenti della vita di Marrone in una pièce dal titolo “Calogero Marrone, un eroe dimenticato”, con l’aiuto della famiglia che ha fornito materiale autografo.
L’ingiustizia della dimenticanza potrà essere riparata ora che Varese ha stretto rapporti di collaborazione, sul versante storico e culturale, con un gruppo di cittadini di Favara, paese natale di Marrone, dove si è costituito un Istituto di Studi dedicato all’impiegato d’anagrafe che, nel 1931, dal sud emigrò nella nostra città per poter vivere lontano dalla prepotenza dei maggiorenti fascisti del paese.
Oggi Varese si impegna a recuperare la memoria di eventi importanti, sottraendoli al silenzio del tempo. Testimoniando ai ragazzi e ai giovani l’esistenza di eroi diversi da Achille, da Enea e dagli altri personaggi studiati sui libri di epica. Le iniziative su Marrone faranno luce sulla vita di un eroe moderno, che con altri ha contribuito al ripristino della giustizia e della libertà nel nostro paese, scegliendo di salvare vite umane a rischio della propria. Ciascuno con gli strumenti del proprio lavoro: Marrone fabbricava carte di identità false nel suo ufficio comunale, aiutato da altri impiegati. Questa la causa della sua rovina, e della sua famiglia, moglie e quattro figli, che si ritrovarono soli nel lungo inverno tra il 1944 e il ’45. Marrone trovò la forza di rifiutare la fuga per non mettere in pericolo i suoi cari: anche in questa circostanza, il suo pensiero fu per “gli altri”.
L’omaggio di Varese a Marrone sarà l’occasione per insegnare alle nuove generazioni che non tutti gli eroi imbracciano armi, che non sempre sono persone grandi e forti, e che non sempre nascono coraggiosi e sprezzanti del pericolo. Talvolta hanno il volto mite, ma il cuore generoso, di Calogero Marrone, dell’oggi noto Giorgio Perlasca, dello sconosciuto Luigi Cortile, finanziere alla dogana di Clivio.
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